Un bando per la nomina di un addetto stampa, alla Camera di Commercio di Trapani, da gettare nel cestino della carta straccia. Un bando che dovrebbe fare riflettere come ancora oggi la libertà di informazione e di fare informazione viene tenuta schiacciata da politici che pensano di essere furbi, burocrati che conoscono le norme a secondo le convenienze, purtroppo anche giornalisti che alla fine si prestano ad assecondare questo genere di potere. Un bando che si spera susciti protesta, indignazione e che faccia riflettere chi tra i giornalisti magari pensa di parteciparvi alla fine per non parteciparvi più e magari induca anche chi probabilmente sa già che vincerà a tirarsi fuori dalla “trappola”. Si perché a parte tutta una serie di altre cose si ha l’impressione che il bando, la cui scadenza dei termini è prossima, 29 marzo, sia cucito addosso a qualcuno. Una impressione si badi bene… ma come diceva Andreotti…”a pensar male spesso ci si azzecca”.
Il bando è visibile al seguente link, scorrete e leggete, provate per esempio a trovare un riferimento al contratto di lavoro che verrà applicato. Non c’è. Requisiti? Iscrizione all’albo, comprovata esperienza nel sistema camerale, non essere titolari di siti o blog di natura giornalistica. Eventualmente un sito di affitti, o di incontri matrimoniali, non sono ragione di esclusione. Titoli di studio? Nessun cenno. Il contratto decorrerà dal primo aprile. Ora, se la scadenza dei termini per la presentazione delle domande è il 29 marzo (venerdì) e il bando prevede un colloquio tra i concorrenti per la scelta – che comunque sarà sempre fiduciaria, capisci a me – ci si chiede quando potrà avvenire tutto ciò, 29 marzo è un venerdì, resta il 30 che è un sabato, poi 31 è domenica ed anche Pasqua, l’1 aprile, data di inizio del contratto è festivo. Insomma ce ne sono ragioni per potere esprimere oltre che rincrescimento per un bando che calpesta contratto nazionale dei giornalisti e procedure di assunzione, perché questo è opera di burocrati pagati anche “a peso d’oro”, ma anche storcere il muso e sentire “puzza di marcio”.
Mentre di discute di maggiore tutela del lavoro giornalistico, di tutela dei pubblicisti alla pari dei professionisti, di garanzie contrattuali e previdenziali, di equo compenso, ecco che saltano fuori bandi di (finti) concorsi come questo della Camera di Commercio di Trapani.
A Trapani poi qualche giorno addietro è saltato fuori anche il caso di un addetto stampa che avrebbe lavorato in nero dentro gli uffici del Comune, il sindaco, generale dei Carabinieri, Vito Damiano, ha detto che la giornalista si trovava negli uffici solo per consulenza, lei però dall’altra parte diramava inviti telefonici a conferenze stampa e incontri. In questo caso nemmeno una pezza di incarico o di contratto, una stretta di mano, e forse neanche.
27 marzo 2013