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28/03/2013 05:19:11

Nuova condanna per Calore. Aggressione ad un buttafuori, condannati tre giovani di Trapani

Era accusata di avere favorito il compagno, Francesco Domingo, pregiudicato alcamese. La vicenda risale ad un anno fa quando risiedeva ad Alcamo. Dopo l' arresto del suo compagno, finito in manette con l'accusa di tentata rapina, Calore avrebbe tentato di aiutarlo ad eludere le indagini. Il 31 luglio la giovane si recò a far visita al compagno. Durante il colloquio, Domingo le consegnò otto pizzini. Uno era indirizzato ad un personaggio vicino ad ambienti mafiosi. Domingo lo incaricava di intervenire nei confronti di alcuni soggetti che lo avevano accusato al fine di indurli a ritrattare. L'uomo avrebbe inoltre incaricato la sua compagna di recuperare un'arma da fuoco usata durante l'attività delittuosa.

ISLA BIANCA.   Davide Sciacca, 33 anni, trapanese, è stato condannato ad un anno e sei mesi di reclusione per lesioni personali e danneggiamento e quattro mesi di arresto per detenzione di arma da taglio. Un anno e due mesi ed un anno sono stati invece inflitti a Claudio Lipari e Pietro Cardillo, rispettivamente di 26 e 22 anni, che lo affiancarono durante l' aggressione. L'aggressione era avvenuta il 23 giugno scorso all' interno dello stabilimento balneare Isla Blanca, sul lungomare di Trapani. Nel corso della serata scoppiò una lite. Il personale intervenne. Lipari e Sciacca si scagliarono contro due buttafuori. Nel corso della colluttazione venne fuori anche un coltello. Uno dei due buttafuori venne colpito dal Lipari. L'altro fu inseguito sin dentro la cucina dallo Sciacca, che gli lanciò contro un televisore. La situazione fu ricondotta alla calma ma la lite ebbe un appendice poi fuori da locale. Sciacca, Lipari e Cardillo attesero i due buttafuori e, dopo averli inseguiti, li aggredirono una seconda volta. Sciacca, fiancheggiato dagli amici, sferrò più colpi di coltello contro una delle due vittime. Il buttafuori riportò lesioni giudicate guaribili in una ventina di giorni. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari di Trapani Antonio Cavasino.

OFFESE.  Offese una vigilessa. Una donna di 34 anni è stata condannata, dal giudice Caterina Brignone, a due mesi di reclusione con la concessione della
sospensione. L'imputata è stata anche condannata anche a risarciere la vittima.

LESIONI GRAVISSIME. Per lesioni personali gravissime, il Tribunale di Trapani ha condannato il 47enne Calogero Falco, originario di Camporeale, che la sera del 26 aprile 2010, davanti la sua abitazione di Partanna, in via Cavour, nel corso di una lite, con una spranga di ferro colpì all'addome Girolamo Guzzo, al quale, poi, fu necessario asportare la milza. «E' stata legittima difesa» ha affermato l'avvocato difensore Antonino Cacioppo. La lite fu l'epilogo di una serie di «dissapori» nati a seguito della separazione di Guzzo (classe '67, deceduto a causa di una grave malattia) dalla moglie. Il pm Sabrina Carmazzi, che ha invocato la condanna a 2 anni e 8 mesi, ha detto che «Guzzo era un soggetto litigioso che minacciava tutti». E nel processo è emerso che quattro giorni prima della lite finita a colpi di spranga, Guzzo avrebbe minacciato di morte il Falco, la moglie e persino la loro bambina, di appena un anno. La difesa ha sostenuto che l'imputato ha agito in quel modo per il timore che l'uomo, per altro, pare, ubriaco, potesse entrare in casa e fare del male alla piccola. «Sono stato aggredito e ho reagito» si è difeso il Falco (che ha qualche precedente penale) nel corso del processo. Il Tribunale lo ha condannato anche al risarcimento del danno alla parte civile, rappresentata dall'avvocato Ileana Cannia.

 



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