L’installazione se così la vogliamo chiamare non è solo brutta di per se stessa ma rappresenta anche un elemento di forte disturbo nel contesto della Piazza. Non si riesce anche con tutta la buona volontà a carpirne un aspetto positivo se non altro dal punto di vista estetico. Un‘accozzaglia di piante, finti prati, filari di viti e montagne di sale. Una in particolare vede addirittura una barca adagiata sul letto bianco di cloruro di sodio a simboleggiare chissà cosa. Ma a che pro tutto questo è stato fatto? Dicono che si tratti di un regalo ai Marsalesi. Il classico regalo che non appena ricevuto si relega in soffitta. Ma di questo cadeaux noi ne avevamo veramente bisogno? L’incoscienza che è prevalsa sul buon senso ha generato un anomalo mix di elementi che nuoce alla vista e non magnifica di certo la vecchia ma godibile Porta Nuova. Si dice che questo rientri nel contesto dei baccanali ancora in progress per onorare con enfasi il riconoscimento di Recevin a Marsala Città Europea del vino. Ma che cos’è in realtà sta Recevin e quanto conta questa medaglia attaccata al petto della nostra Marsala? Lavoro nel mondo del vino da oltre 30 anni e mai avevo intuito l’importanza di un tale riconoscimento. Del resto la Città portoghese, Palmela sembra, che deteneva questo primato l’anno passato non la conosce praticamente nessuno e questo la dice lunga sulla reale portata dell’onorificenza. E poi tutti questi soldi sprecati. Pare che gli unici a godere appieno delle costose manifestazioni di giubilo siano gli stessi marsalesi o al massimo gli ospiti (tanti) non paganti. Diciamoci la verità il titolo di Città europea del vino non è di grande appeal nel grande e variegato mondo del turismo e degli operatori del vino. Non rappresenta il Pallone d’oro conferito al miglio player anzi forse non conta proprio nulla. Mi auguro di essere smentito e che alla fine, quando Marsala passerà il testimone ad un’altra magari sconosciuta Città del vino, il bilancio in termini di presenze e quindi di turnover generato a favore delle ormai svariate attività imprenditoriali turistiche locali sia da considerarsi positivo. Altrimenti dovremo ahimè parlare del solito sperpero di denaro pubblico o volendo essere più diplomatici dell’ennesimo investimento sbagliato. Ma si sa in genere l’amministrazione locale guarda più all’effimero, alla fotografia delle piazze gremite e non a quello che rimane nell’ottica del lungo periodo. Ad esempio giudica il successo di un evento dal numero dei presenti e non dalla qualità degli stessi. Insomma stesse storie di incompetenza ed ignoranza. Un mix esplosivo reso ancora più pericoloso dalla drammaticità della crisi.
Sperare in un salutare ravvedimento nel futuro affinché chi ci governa localmente dia alle cose il giusto peso è pura utopia. Esternare la propria opinione è invece un sacrosanto diritto che ogni cittadino di questa terra dovrebbe esercitare.
Massimo Bellina