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26/03/2013 05:21:02

Nuovi guai per Caravą: a giudizio per peculato e truffa l'ex Sindaco di Campobello di Mazara

 A questo processo,  e a quello per concussione su presunte tangenti chieste ad un imprenditore per la costruzione di un villaggio turistico, si aggiunge adesso un'altra vicenda. L''accusa per Caravà questa volta è di peculato e truffa, e i fatti risalgono alla campagna elettorale del 2008. In quell'occasione, Caravà è accusato dalla Procura di Marsala di aver utilizzato l'auto di servizio del Comune di Campobello per girare insieme al suo autista, Curatolo, e ad un operatore dell'emittente televisiva di Mazara del Vallo, Televallo, per fare delle riprese televisive per un suo spot elettorale. La vicenda non passò inosservata, tant'è che l'avversario elettorale di Caravà nella corsa alla sindacatura, Stallone, fece una formale denuncia - dalla quale, probabilmente ha preso origine il procedimeto - e più volte durante i comizi elettorali raccontò di quanto stava avvenendo. Di immagini istituzionali per il Comune di Campobello parla invece la difesa di Caravà: in pratica, non era pubblicità elettorale, ma solo informazione istituzionale. Anche in questa vicenda processuale l'Amministrazione Comunale di Campobello, retta per ora dai commissari straordinari, in seguito allo scioglimento per mafia del Comune, si è costituita parte civile, tramite l'avvocato Francesco Crescimanno di Palermo. 

 Con la deposizione del maresciallo dei carabinieri Tofanicchio, è entrato nel vivo, nel frattempo, in Tribunale, il processo scaturito dall'operazione antimafia «Campus Belli» (Ciro Caravà + 6). Il sottufficiale è stato chiamato a riferire sulle indagini svolte. «Con intercettazioni ambientali e telefoniche - ha detto Tofanicchio rispondendo alle domande del pm Pierangelo Padova - abbiamo cercato di ricostruire l'organigramma della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara, partendo dalle figure di Bonafede e Luppino. E abbiamo anche scoperto che, attraverso la creazione di consorzi, la mafia attuava un controllo con calmierazione e uniformazione dei prezzi da praticare per gli appalti». Il Tribunale ha conferito al perito Roberto Genovese l'incarico per la trascrizione di 16 intercettazioni. Oltre all'ex sindaco Caravà, accusato di concorso esterno, imputati sono anche Leonardo Bonafede, 80 anni, Cataldo La Rosa, di 47 anni, ancora una volta in aula su una sedia a rotelle, Simone Mangiaracina, di 75, entrambi considerati il «braccio operativo» dell'anziano boss, Gaspare Lipari, di 45, che avrebbe svolto una funzione di «collegamento» tra il sindaco e il capomafia, Antonino Moceri, di 61, e Antonio Tancredi, di 52. Gli ultimi due sono accusati di concorso esterno.



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