Sono le parole di papa Francesco pronunciatte all’uscita della chiesa di Sant’Anna, a Roma, quando si è soffermato a salutare, tra gli altri fedeli, un sacerdote di Gela, don Lino Di Dio, viceparroco della parrocchia del Carmine, che gli ha detto di venire dalla Sicilia.
“E’ stato un incontro straordinario – racconta don Lino -. Mi trovavo con il mio amico, don Emilio, sacerdote argentino che lavora in Uruguay con i bambini poveri, ed eravamo bloccati davanti alla barriere perché non avevamo i pass per entrare nella chiesa di Sant’Anna. Papa Francesco però quando ci ha visti ci ha fatti chiamare dicendoci che dovevamo stare in chiesa a pregare con lui e per lui. Il pontefice ha continuato a scherzare con noi quando l’abbiamo abbracciato e insieme, ci ha fisicamente condotti in chiesa prendendoci per mano”.
Dopo la celebrazione eucaristica, don Lino si è trattenuto con Bergoglio. “Gli ho chiesto – racconta – di pregare per i miei cari, per la parrocchia del Carmine, per i gruppi della divina misericordia di Sicilia, per la nostra diocesi e soprattutto per la città di Gela”.