Il Sindaco per esempio, è persona di buon gusto. Anche i suoi cortigiani, ci tengono: alle griffe, alle apericene eleganti, a tutto ciò che è alla moda. A tutto ciò che è carino. Hanno quasi l'ossessione, per le cose carine.
Quello che il Sindaco non capisce è che il problema, per noi, non è cosa l’Amministrazione Comunale farà a Porta Nuova. Il problema è il come. Ed è di questo che si occupa chi fa davvero informazione, con buona pace di tutti.
Siccome vige la dittatura del carino, su quanto avviene a Porta Nuova da Adamo a Musillami non si accettano le critiche, e non si risponde alle domande, perchè si ritiene che il risultato finale sarà, appunto, carino, e tutti dovremmo mettere un “mi piace” nella nuova gloriosa pagina che l’esercito del bene del Sindaco scriverà in Piazza della Vittoria. Cio che è bello è giusto, e ciò che è carino è legale. Tutto viene sanato, ex post.
Il problema è che sotto la patina glitterata del carino c’è altro. Ci sono, appunto i modi. In alcuni gulag dell’Unione Sovietica di Stalin, in quelli più moderni, si utilizzavano architetture all’avanguardia. Si osava. Certe rubinetterie sembravano uscite da un catalogo di Philippe Stark. Erano dei bagni bellissimi, raccontano i sopravvissuti, una sorpresa, ma erano sempre i bagni di un campo di concentramento.
Il Sindaco ha tanta esperienza ma non ha ancora capito una cosa: la politica non guarda agli scopi, guarda ai mezzi. La politica è il modo in cui fai una cosa, non la cosa in sè. Tutti vogliamo vivere in una città migliore, ci mancherebbe. Poi ci sono i modi in cui ognuno cerca di arrivarci.
Anche il Palavetro, voluto sempre dal Sindaco Giulia Adamo, quando era Presidente della Provincia di Trapani, di per sè era un’idea carina, di buon gusto. Poi è stato parcheggiato lì all’aeroporto di Birgi, quella specie di serra, e abbiamo cominciato a odiarlo, a ragione, tutti. Finirà i suoi giorni dimenticato in qualche magazzino, con un grande spreco di soldi. Senza che nessuno paghi il danno.
I “giardini di Porta Nuova” sono il frutto di una concezione personale, arbitraria, dell’Amministrazione. Nascono così: il Sindaco Adamo si trova a Bergamo, vede una cosa carina: un giardino finto in piazza! Torna, acchiappa Musillami e lo manda in missione: dobbiamo fare il giardino anche a Marsala. Musillami - più realista del re -ne rimane folgorato, e si mette all’opera, per fare una sorpresa ai cittadini. Solo che i cittadini vogliono risposte, non sorprese. E hanno votato un Sindaco per realizzare un programma, non i suoi desideri.
Questo è il vero tema che dai lavori di Porta Nuova viene fuori. Nessuno sapeva di questi lavori prima che ne scrivessimo noi, non se ne era parlato in consiglio comunale. E le risposte si danno ai giornalisti, non su Facebook. Tante perplessità ci sono. Scrivo qui le prime che mi vengono in mente: perchè per questi lavori vengono utilizzati i soldi previsti per la manutenzione delle strade? Le casette del mercatino di Natale, non erano state affittate? Adesso sono state comprate, perché? Se sono del Comune perché a Natale si sono spesi 36.000 euro per il noleggio? Perché si parla di una struttura mobile quando invece resterà fissa? Dove e come sono state prese le piante? E via dicendo.
Aggiungo anche una cosa. Nel ragionamento che fa l’assessore Musillami autocelebrandosi su Facebook fa capolino ancora una volta il nome di Libera, l’associazione di Don Ciotti. Musillami lo scrive: “Nel nuovo spazio Libera avrà un suo banchetto”, o ancora “Anche Libera organizzerà le sue iniziative nei giardini di Porta nuova”. La sensazione è che il marchio di Libera venga utilizzato, a volte, in questa città, come stampella promozionale dell’amministrazione. Una sponda che chiude un cerchio: gruppo Adamo - Libera - certa sinistra compiacente. Siccome c’è Libera allora non ci sono illegalità, perchè qui si lotta la mafia: questo è il messaggio che passa. Tant’è che Libera non parla, sulla regolarità di questi lavori, come di altri aspetti poco chiari della vita amministrativa.
A proposito di mafia. In quella piazza, come molti cittadini ricordano, insisteva fino a poco tempo fa il gazebo del Bar Moderno, di Cola Licari, oggi in carcere per associazione mafiosa ed estorsione. Gazebo regolarmente approvato dalla Soprintendenza e che tutti riconosciamo universalmente per brutto. Lo vedete in questa foto. Ebbene, vi regalo questa perla: il gazebo del Bar Moderno, nel progetto originale, doveva essere realizzato in tufo, anzi, credo che il progetto presentato fosse proprio questo: un gazebo tutto di tufo e legno, con piante e terrazza. Vi ricorda qualcosa? Poi, nei fatti il signor Cola si fece prendere la mano, e fece un suo piccolo Palavetro di plex e ferro, un obbrobrio.
Però, se vale il principio del “carino”, il Sindaco Adamo, l’assessore Musillami, tutti i cortigiani, stanno mandando un messaggio su cui dobbiamo fare tutti attenzione: stanno riabilitando Cola Licari. Anche lui ha tentato di fare qualcosa di carino, solo che non c’è riuscito, si è fatto prendere la mano, come un Picasso alle prime armi. Ma l’intenzione era la stessa del Sindaco Adamo. Se magari Cola avesse fatto davvero un gazebo di tufo, e un angolo per il banchetto di Libera, oggi sarebbe lui a dettare il senso estetico e morale in città. Era un avanguardista, e non l’abbiamo capito.
Giacomo Di Girolamo