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01/03/2013 05:02:29

E per le Province in Sicilia non si vota più. Elezioni rinviate. I grillini: "Vanno abolite"

Qualche settimana fa, il colpo di mano della Giunta Crocetta: si vota per le province a fine Maggio.  Ma come? Non dovevano essere cancellate. In realtà il calcolo di Rosario Crocetta era politico: approffittare del buon momento del centrosinistra e del suo movimento "Il Megafono" per imporre propri candidati e fare proprie liste. Crocetta immaginava uno scenario con il centrosinistra al governo del Paese grazie a lui, e un manipolo di quattro - cinque senatori in Parlamento a nome del movimento. E' andata male. Il centrosinistra ha perso la Sicilia e l'Italia, e la lista Crocetta è andata bene, si, ma non ha avuto l'exploit che tutti si aspettavano. E' servita a fare eleggere solo Beppe Lumia, e dal Pd arrivano anche accuse di aver pestato i piedi.

E' per questo che, improvvisamente, le province cominciano a diventare di nuovo scomode. La classe politica siciliana ha paura a tornare al voto presto, a Maggio, perchè significherebbe consegnare tutte le province al Movimento Cinque Stelle. Ecco perchè si sta pensando di rinviare le elezioni. Non sanno, i partiti, che in realtà il Movimento Cinque Stelle è comunque intenzionato a non partecipare alle elezioni provinciali: "Siamo per l'abolizione delle province - ha spiegato più di una volta il capogruppo all'Ars Giancarlo Cancelleri - e quindi è un controsenso partecipare all'elezione per un ente che deve essere soppresso al più presto". 

Incassato il successo elettorale in Sicilia, il Movimento 5 Stelle, che si conferma primo partito nell’Isola con oltre il 30% dei voti, torna alla carica all’Ars: "Le nove Province vanno abolite”. “Il risultato del voto è evidente, l’Assemblea ha un’occasione importante per manifestare un atto di coraggio, i cittadini vogliono cambiamenti veri”, dice Salvatore Siragusa, segretario-deputato in commissione Affari istituzionali all’Ars ed esponente del Movimento 5 Stelle.

All'Ars sono nove i disegni di legge finora depositati, gran parte dei quali prevede il mantenimento degli enti, seppure riducendo il numero di componenti nelle giunte, il numero dei consiglieri e tagliando le indennità. Il rinnovo delle Province è previsto in primavera, assieme al voto in alcuni comuni, tra cui Messina e Catania. Senza una legge si rischia il caos e la nomina di commissari.

I 5 stelle propongono un loro testo di riforma. ”Al posto delle Province che nello Statuto speciale della Regione non esistono, noi prevediamo la formazione di Liberi Consorzi tra i Comuni, affidandone l’amministrazione ai sindaci, con un piccolo rimborso, ma senza indennita’ aggiuntiva”, spiega Siragusa, che ha lavorato al testo.

”L’organo politico scomparirà – aggiunge il deputato M5S – dunque non ci saranno costi, al contrario i sindaci, riuniti in consorzio, potranno lavorare meglio per risolvere i problemi dei territori”. Il personale in servizio nelle Province sarebbe trasferito ai Consorzi, “perché è ovvio che l’occupazione va salvaguardata”.

Per far vedere che fa sul serio, il Movimento 5 Stelle ha già deciso di non presentare candidati alla prossima tornata elettorale. “Se l’Ars ha intenzione di mantenere gli attuali enti, se ne assumerà tutte le responsabilità di fronte ai cittadini”, è il monito di Siragusa.

Il Presidente Crocetta avrebbe dunque deciso di rinviare il voto di un anno, in attesa di capire il da farsi. 

“A maggio non potranno assolutamente tenersi le elezioni provinciali. E’ necessario in tempi brevi, piuttosto, procedere alla regolamentazione della materia”. Sono parole del  vice presidente della prima commissione Affari Istituzionali all’Ars, Giovanni Panepinto.

“Sulle Province non servono scelte di facciata, occorrono invece scelte autenticamente innovative che raccolgano il sentire comune di cittadine e cittadini: l’Ars approvi in tempi brevi una riforma che costruisca un nuovo sistema di autonomie locali e territoriali, per abbattere gli enormi costi degli apparati pubblici, eliminare inutili duplicazioni di funzioni istituzionali e rendere più efficiente, efficace ed economica nel suo complesso l’azione della pubblica amministrazione”, dice Baldo Gucciardi, presidente del gruppo PD all’Ars.