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27/02/2013 05:03:02

Paga vino con assegni rubati, condannato. Usura: assolto il direttore della Banca di Roma di Trapani

Pietro Laudicina, 55 anni, è stato condannato dal tribunale di Trapani (giudice monocratico Caterina Brignone) a 3 anni di reclusione e 900 euro di multa, nonchè al risarcimento di 6000 euro di danni per truffa e ricettazione. I fatti risalgono al 2009. Laudicina si presentò sotto falso nome ad un impiegato della cantina e acquistò 594 bottiglie di vino, e poi successivamente altre 720 bottiglie, ma con due assegni da 3000 euro in totale appartenenti ad un carnet che era stato rubato a Marsala. 

Raggiri ad un'anziana.  Enzo Amato e Carmela Di Franco, di 38 e 34 anni, di Alcamo, sono stati rinviati a giudizio dal giudice per le udienze preliminari di Trapani, con l'accusa di circonvenzione d'incapace. Avrebbero raggirato un'anziana donna al fine di entrare in possesso del suo patrimonio. Il procedimento scaturisce da un'indagine della tenenza della Guardia di Finanza di Alcamo. Secondo l'accusa, Enzo Amato e Carmela Di Franco avrebbero raggirato la vittima, soggetto in età avanzata, inducendola a nominare la seconda procuratrice speciale al fine di disporre liberamente del suo patrimonio. La coppia avrebbe proceduto alla cessione di otto immobili di proprietà dell'anziana incassando i relativi introiti ed utilizzandoli per spese personali. Nel corso dell'indagine sono emerse anche altre vicende. Amato è chiamato a rispondere, insieme con altre due persone, Antonino Mistretta e Saverio Vitale, rispettivamente di 38 e 32 anni, anche loro rinviati a giudizio, anche dell'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Amato e Di Franco sono accusatI anche di truffa. Avrebbero fornito false generalità al fine di disporre gratuitamente della somministrazione di gas. Mistretta è infine accusato, insieme con Maria Ferrito, anche lei rinviata a giudizio, di truffa. Avrebbero indicato false generalità al fine di usufruire gratuitamente del servizio telefonico.

Usura. Non ha commesso il fatto. Con questa motivazione, il giudice per le udienze preliminari Massimo Corleo ha deciso di non doversi procedere nei confronti di Giovanni Mandraffino, ex direttore della filiale di Trapani della Banca di Roma del Gruppo Unicredit indagato per usura. Il procedimento scaturiva da un'indagine condotta dal personale della Sezione di Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza. Mandraffino era accusato di avere praticato ad un cliente, un legale trapanese, tassi usurai quale corrispettivo del servizio bancario fornito. Secondo gli inquirenti, in particolare, sarebbe stato applicato un interesse pari al 19,65 per cento, superiore di oltre cinque punti percentuali alla soglia fissata nel periodo contestato. La Procura della Repubblica aveva chiesto il rinvio a giudizio del dirigente. Gli inquirenti avevano contestato anche l'aggravante di "aver agito nell'esercizio di un'attività bancaria e di avere commesso il reato in danno di chi svolge attività professionale, esercitando la persona offesa la professione forense". Il giudice, accogliendo la richiesta del difensore, l'avvocato Massimiliano Iovino, del Foro di Bologna, esaminati gli atti, ha deciso di non doversi procedere nei confronti dell'indagato per il reato contestato.



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