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26/02/2013 05:49:21

Caso Denise. I testi Di Bona e Rallo smentiscono Jessica Pulizzi. I processi di oggi: dalla concussione di Caravą alla truffa sulle aste giudiziarie

Stefano Di Bona, titolare della Concessionaria Aprilia che ha venduto lo scooter all'imputata,  ha dichiarato che non ci sono lavori eseguiti in garanzia sullo scooter della Pulizzi. Lo stesso ha fatto Giovanni Rallo, titolare dell'officina meccanica dove si sarebbe recata la Pulizzi. Rallo ha confermato di aver fatto dei lavori a luglio 2004, ed inseguito in un periodo che colloca tra il 30 agosto e il 4 settembre 2004, ma esclude con precisione di aver effettuato lavori il primo di settembre, perchè ricorda che in quella giornata, impressagli nella memoria per la scomparsa di Denise, non ha incontrato Jessica Pulizzi nella sua officina.

12,00 - C'è anche il processo per la scomparsa di Denise Pipitone oggi a Marsala.

L'udienza è iniziata con la deposizione di Carla Ciriaco, il perito nominato dal Tribunale per la trascrizione dell`intercettazione ambientale effettuata il 24 novembre 2004 sullo scooter di Jessica Pulizzi, imputata. Il perito ha detto che «sono passati 42 secondi dal momento in cui si spegne il motore dello scooter di Jessica (parcheggiato sul marciapiedi di via Pirandello, davanti l`abitazione della ragazza) fino a quando si sentono due voci maschili». Una, più vicina, dice: «Va pigghia a Denise. Ma Peppe chi ti rissi? Ma dunni l`ha purtari?» («Vai a prendere Denise, ma Peppe che ti ha detto, ma dove la devo portare?», ndr). L`altro uomo risponde: «Fora»(Fuori, ndr). Furono, poi, interrogati dalla polizia tredici persone che avevano figlie che si chiamavano Denise. Ma lo spunto investigativo non ebbe seguito.

09,00 - Ricca pagina di giudiziaria, oggi. Vediamo quali sono i processi principali che si tengono al Tribunale di Marsala e a quello di Trapani.

ABUSI.  Continua il processo ad un uomo, A.M., accusato di aver  abusato della figlia di una coppia di vicini, che lo hanno denunciato.  Il Pm ha depositato  il verbale e tutti gli atti relativi all'incidente probatorio. Non sarà necessario sentire la minore. Il suo nome era incluso nella lista dei testi depositata dalla difesa. Il pubblico ministero s'è opposto. Il Tribunale non ha ammesso l'audizione. Il processo è stato rinviatoad oggi  per l'audizione dei testi. I primi saranno i genitori della bambina ed un ispettore della polizia.

PECULATO. Contina a Trapani il processo ad Ignazio Maltese, 59 anni, giardiniere capo presso il Comune, chiamato a rispondere delle accuse di truffa e peculato. Presidente del collegio è Alessandra Camassa, Pm Anna Tranchillo.
Maltese è accusato di avere truffato l'amministrazione. Secondo gli inquirenti, avrebbe registrato un numero di ore lavorative maggiore di quelle effettivamente svolte percependo dei compensi che non gli erano dovuti. Maltese avrebbe inoltre indebitamente usato, per scopi personali, l'auto di servizio, una Fiat Panda di proprietà del Comune di cui aveva la disponibilità per ragioni del suo ufficio. Le indagini furono avviate nella primavera di due anni fa a seguito di una segnalazione dell'allora sindaco Mimmo Fazio. L'amministrazione comunale si è costituita parte civile al fine di ottenere il risarcimento del danno derivante dai compensi indebitamente erogati. È rappresentata in giudizio dall'avvocato Carmela Santangelo. La prima udienza è stata dedicata alle questioni preliminari.
Il Pm Anna Trinchillo ha chiesto di chiamare a deporre una serie di testi. Analoga richiesta è stata avanzata dall'avvocato Vito Galluffo, difensore dell'imputato. Il processo entrerà nel vivo oggi, quando saranno chiamati a deporre sul pretorio i primi testi della pubblica accusa.  

CARAVA'.  Nulla di fatto. Rinviata al 14 Maggio 2013 la prossima udienza. Verrà ascoltato oggi dal Tribunale di Marsala Vito Quinci, l'imprenditore mazarese che accusa l'ex Sindaco di Campobello di Mazara, Ciro Caravà, di avergli chiesto una mazzetta. Nel processo sono stati già acquisti una parte degli atti d'indagine redatti dai militari Guardia di finanza che non sono stati pertanto più ascoltati.  Imputati, per concussione, sono anche gli ex consiglieri comunali di maggioranza Antonio Di Natale e Giuseppe Napoli. Gli ultimi due - arrestati dalla Guardia di finanza nel maggio 2010 - sono accusati di avere preteso dal Quinci  una «mazzetta» da 21 mila euro per votare favorevolmente, in Consiglio comunale, la delibera relativa alla concessione edilizia chiesta dalla società «Il Faro srl» per la realizzazione di un albergo con 220 camere da costruire, su un'area di circa 80 mila metri quadrati, nella frazione balneare di Tre Fontane.
Quinci accusò, poi, anche Caravà di avergli chiesto, nel 2005, quando era consigliere comunale, una o più mazzette, per circa 30 mila euro, per votare, e far votare anche ad altri colleghi, favorevolmente la delibera relativa al medesimo progetto. A difendere gli imputati sono gli avvocati Giovanni Lentini, Giuseppe Pantaleo, Lillo Fiorello, Paolo Paladino e Antonella Moceri.

TRUFFA SULLE ASTE. Dovrebbe andare in discussione oggi il procedimento che riguarda un caso di presunta truffa in un giro di aste giuridiziarie. L'ultima udienza è stata rinviata per un impedimento dell'avvocato Diego Tranchida. Il processo, con rito abbreviato,  si tiene davanti al Gup di Marsala e riguarda un sistema di truffe congegnati da alcuni marsalesi su «aste fantasma» al Tribunale di Torino. Due richieste di condanna sono state avanzate dal pm Nicola Scalabrini. Diciassette le «vittime» individuate, tutte convinte di poter fare ottimi affari comprando a prezzi «stracciati» automobili, motociclette, imbarcazioni da diporto motori fuoribordo e altro. Le condanne sono state chieste per il 55enne ex carabiniere Salvatore Lombardo (richiesta: 3 anni e 8 mesi di reclusione), marsalese, residente a Torino, e per il fratello Giovanni Lombardo, di 48 anni, (per lui 2 anni e 8 mesi). Per entrambi, comunque, il pm ha chiesto l’assoluzione dall’imputazione di associazione per delinquere. Nello stesso procedimento sono rimasti coinvolti anche altri due marsalesi, Carlo Genna, di 54 anni, e Antonio Maniscalco, di 57, carrozziere, che si difende affermando di essere una vittima della truffa e non uno degli autori. Per Genna e Maniscalco la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. Sia su questa richiesta che su quelle di condanna il gup dovrebbe pronunciarsi oggi L’ammontare complessivo della truffa è stato stimato dagli inquirenti in oltre mezzo milione di euro. A difendere i fratelli Lombardo sono gli avvocati Giovanni Gaudino e Salvo Lo Greco, mentre Genna è assistito da Diego Tranchida e Maniscalco da Paolo Paladino. 



Giudiziaria | 2024-07-23 17:32:00
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