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21/02/2013 05:08:44

Scrive il liquidatore dell'Ato, Provenzano, in risposta allo sfogo di Linares sulla raccolta dei rifiuti a Marsala

Invero, recentemente, non si sono registrate manifestazioni di apprezzamento e/o critica da parte dei cittadini marsalesi salvo qualche commento anonimo a volte offensivo (diventato ormai consuetudine) su alcuni quotidiani on-line. Già per questo, quindi, non può che apprezzarsi il Suo pensiero così come formulato. Ed anzi, condividendo pienamente le affermazioni relative alla denunciata inciviltà di molti suoi (ed anche miei) concittadini, vorrei poterLe rispondere non in forza di un “diritto di replica” ma per provare a costruire, insieme a Lei ed ai tanti marsalesi interessati, una prospettiva chiara e spero migliore.
Per fare ciò occorre riprendere la fotografia della “spazzatura” a Marsala facendo qualche passo indietro nel tempo: ricorderà, sicuramente, che a Marzo del 2011 sono stati introdotti i cassonetti stradali (quelli grigi e verdi nelle periferie ed in alcune zone limitrofe al centro urbano) che hanno comportato, nel tempo, un incremento notevole della quantità di RSU (rifiuto indifferenziato).
Tanto per darLe un dato, nel 2011 Marsala ha prodotto 26.461.790 Kg di RSU, mentre nel 2012 ne ha prodotti ben 29.773.210.
A fronte dell’aumento della quantità di RSU conferita in discarica corrisponde, ovviamente e purtroppo, una diminuzione della percentuale di rifiuti differenziati. Tale circostanza ha determinato, determina e determinerà (salvo interventi radicali che si sta provando a concretizzare chiedendo al contempo la collaborazione e facendo leva sulla sensibilità dei cittadini) un aumento dei costi e, conseguentemente, della TARSU.
Ora, delle due l’una: o si stava a guardare passivamente quanto stava verificandosi nella 5° città della Sicilia (o come Lei giustamente la definisce “Cuore del Mediterraneo”) ovvero, forse anche con un pizzico di coraggio, si provava a cambiare rotta. Una nuova rotta che potesse traghettare Marsala verso una concreta idea di rispetto dell’ambiente e, soprattutto, verso una maggiore percentuale di raccolta differenziata tale da consentire, fra l’altro, una riduzione dei costi.
Si è provato, dunque, a rimodulare il servizio di raccolta. Tale cambiamento non è stato deciso dall’oggi al domani, ma dopo mesi di analisi e studi che hanno coinvolto tutti gli organi preposti (Comune, ATO ed Aimeri). Oggi, a distanza di una settimana dall’avvio del nuovo servizio nel centro urbano, si registrano (ma erano purtroppo prevedibili) comportamenti “non corretti” da parte di chi, in violazione di ogni basilare regola del vivere civile (Ordinanza Sindacale, Calendario di raccolta), agisce in piena anarchia, non si comprende per quale motivazione.
Apprezzo la scelta da Lei operata di trattenere in casa l’organico in attesa della successiva giornata dedicata al conferimento dello stesso rifiuto, ed al riguardo, mi verrebbe da chiedere: e se tutti adottassero un siffatto responsabile e civile comportamento? La risposta è fin troppo ovvia!
Mi chiede di non rispondere alla Sua lettera utilizzando giustificazioni, quali ad esempio quella di trovarci in una fase di rodaggio, in realtà non è mia intenzione rispondere in questi termini. Preferisco risponderLe da concittadino manifestando il mio apprezzamento per chi come Lei (e tanti altri) intende vivere civilmente in una comunità. Mi permetto solo di aggiungere una considerazione che sicuramente Lei condividerà: se l’ATO ordinasse (per assurdo e chiudendosi gli occhi) all’Aimeri di raccogliere ogni giorno i rifiuti conferiti considerandoli come totalità di RSU (indifferenziati), commetterebbe non soltanto una violazione di legge che impone la differenziata, ma farebbe certamente un torto a chi, con amore, con rispetto e con senso di civiltà, si sforza ogni giorno, nelle proprie case, nei propri uffici o nelle proprie attività commerciali, a differenziare con precisione le varie tipologie di rifiuto. Ecco perché, invece, l’Ato ha richiesto espressamente all’Aimeri di non raccogliere i rifiuti conferiti in modo irregolare (per orario o per tipologia), proprio per portare rispetto ai cittadini che come Lei hanno fatto una scelta di vita a prescindere dalla normativa vigente.
Chiudo manifestandoLe il mio rammarico per l’indistinto disturbo ottico-olfattivo cui Lei fa riferimento, ma spero che tutto quanto precede possa spiegare e far comprendere quanto sta accadendo a Marsala.
Utilizzando una Sua “necessaria” frase: non voglio che i marsalesi che differenziano si debbano sentire, per colpa di chi non differenzia, non nel Cuore del Mediterraneo ma in Culo al Mondo.
Grazie.

Antonio Provenzano
Liquidatore dell'Ato Tp1 “Terra dei Fenici”
(ma anche cittadino marsalese)
 



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