E' stato infatti stipulato un protocollo con la Guardia di Finanza che prevede diverse attività tra le quali l'invio di 150 ispettori che avvierano verifiche a sorpresa nei 683 corsi finanziati, di cui 624 già iniziati.
E nel protocollo d'intesa che l'assessore alla Formazione, Scilabra, sta chiudendo assieme alle Fiamme gialle sarà prevista la collaborazione tra ispettori e Guardia di finanza per alzare il livello di guardia. A riguardo, l'assessorato ha innalzato la soglia minima dei corsi da controllare «sulla base di un'analisi dei rischi », aumentandola dal 50 al 70 per cento.
Tra l'altro, nel variopinto mondo della formazione in Sicilia si scoprono scandali sempre nuovi. Il registro elettronico che doveva consentire un monitoraggio costante dei corsi di formazione non funziona. L'assessorato avrebbe potuto conoscere addirittura in tempo reale il numero degli allievi in aula e contrastare possibili truffe, e invece nulla. L'assessore è corso ai ripari obbligando gli enti a scansire fogli di carta da compilare e inviare tramite posta elettronica entro 24 ore dalla fine delle lezioni. Se non lo faranno rischieranno pesanti sanzioni che possono arrivare fino alla revoca del finanziamento.
Parte così la lotta annunciata dall'assessore Nelli Scilabra contro i corsi fantasma, quelli, cioè in cui gli enti «gonfiano» il numero degli allievi per accaparrarsi più soldi.
«Si tratta di provvedimenti doverosi - afferma l'assessore - per un' amministrazione che vuole ripristinare un chiaro senso di regolarità e trasparenza nella formazione professionale siciliana. Sono convinta che da parte degli enti ci sarà la massima collaborazione. Assieme a loro, ai sindacati e ai lavoratori tutti, dobbiamo ricostruire un sistemache sia efficiente e di qualità».
L'attuale sistema di pagamento prevede che gli enti che non riescono a trattenere i propri allievi perdano parte del finanziamento.
Per cui è ritenuto alto il rischio che le 200 sigle che si sono spartite 286 milioni di euro di finanziamenti per realizzare oltre 683 progetti possano barare. Di
esempi ne è ricca la cronaca: uno dei casi più recenti è quello dall' Ancol di Messina, che secondo i magistrati avrebbe intascato negli anni 13 milioni di euro pur senza averne diritto, col legale rappresentante che avrebbe assunto come docenti una sfilza di parenti.
L'ex dirigente generale Ludovico Albert, per intensificare i controlli, aveva commissionato un sistema elettronico di monitoraggio degli enti, denominato «Faros»,per il qualesarebbe stata impegnata una spesa di 150 mila euro. E nel bando per finanziare i corsi era fissato un limite di tempo massimo di 3 ore per comunicare le presenze degli allievi via web. Tanto che Albert spiegava che «gli ispettori che si recheranno a sorpresa nelle strutture potranno verificare con i tablet in mano se effettivamente quanto dichiarato corrisponde al vero».
Ma chi ha commissionato il lavoro, spiegano adesso dall'assessorato alla Formazione, ha previsto l'utilizzo diun solo server, ovvero la macchina che si occupa di gestire il flusso di dati inviati via internet. Troppo poco, dicono, rispetto all'enorme flusso di dati che interessano gli ottomila lavoratori del settore.
Così il sistema è andato in tilt....
LA CORTE DEI CONTI E LA MESSA IN MORA DEGLI ENTI. Negli ultimi giorni la Procura regionale della Corte dei conti ha citato in giudizio sette persone, fra ex assessori e dirigenti, e contemporaneamente il dipartimento della Formazione ha inviato trentacinque atti stragiudiziali di diffida e messa in mora per altrettanti enti. Dovranno restituire oltre sette milioni di euro di integrazioni che hanno ricevuto fra il 2007 e il 2009.
La magistratura contabile ha citato in giudizio Patrizia Monterosso, oggi segretario generale di Palazzo d'Orleans ed ex dirigente generale alla Formazione (le viene contestato un presunto danno erariale da un milione e 270 mila euro); gli ex assessori al lavoro Carmelo Incardona (830 mila euro), Santi Formica (386 mila euro) e Luigi Gentile (224 mila euro); l'ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che per un periodo mantenne la delega alla Formazione (224 mila euro); Alessandra Russo, ex dirigente del Dipartimento (386 mila euro) e l'ex dirigente del servizio gestione, Antonino Emanuele (265 mila euro).
Sono tutti indagati per le integrazioni concesse dalla Regione agli enti di formazione professionale.
Questi i trentacinque hanno ricevuto la messa in mora e devono restituire i soldi. da poche decine di migliaia di euro a cifre ben più cospicue. Eccoli: Anfe (oltre due milioni di euro), C&B (45 mila euro), Ecap (28 mila euro), Ecap Agrigento (129 mila euro), Politea (19 mila euro), Anfe Siracusa (11 mila), Ecap Caltanissetta (5 mila), Cirs Onlus Messina (6 mila e 800), Eris Catania (7 mila e 500), Asaform (6 mila), Noè Patti (2 mila e 100), Enaip Palermo (38 mila), Cormorano (38 mila), Cefop (un milione e 500 mila euro), Enfaga Palermo (143 mila), Aegee Palermo (mille e 700), Ciofs Catania (205 mila), Cesifop Palermo (81 mila), Mac Siracusa (45 mila), Ecoform Palermo (58 mila), Anfe Catania (111 mila), Enaip Agrigento (4 mila e 800), Cas Onlus (37 mila), Geoinformatica Caltanissetta (9 mila), Elaborando Catania (81 mila), Ial Cisl Palermo (372 mila), Aram Messina (un milione di euro), Nuovo Caimano Borgetto (33 mila), Endo Fap Palermo (12 mila), San Pancazio (6 mila e 400), Interefop Palermo (63 mila), Mathesis Palermo (5 mila e 500), Iraps Onlus Catania ( 75 mila), Isstref Trapani (52 mila), Iripa Sicilia (21 mila).