Con quella sua saccenteria moralista contro Berlusconi, e le difficoltà che gli creava nel suo rapporto elastico con il centro destra, era sembrato buono a tanti per mandarlo al Quirinale. Per fortuna adesso quest'eventualità é andata a farsi benedire. A parte le battute facili - in quest'Italia gran bordello pure casini al Quirinale! -, un uomo mediocre come lui non sarebbe il meglio per quel posto.
Il pericolo, l'ho detto, si é dileguato. Entrando il nostro uomo in alleanza stretta con Monti, si é inimicato quegli alleati di sinistra, il Pd in testa, che avrebbero potuto appoggiarlo nella corsa al Quirinale.
La sua forza politica, poi, sta scemando. Invece di rinvigorirsi nell'unione con Monti, ha perso vigore e nelle intenzioni di voto degli italiani perde terreno sempre più avvicinandosi alla data delle consultazioni elettorali. Sia chiaro, questo non può essere che un bene per la democrazia. Non perché Pierfreddy sia antidemocratico. E' la sua pratica della democrazia che ha fatto danni, e ne potrebbe fare ancora. Quindi, se lui perde forze, per il Paese é meglio.
Proveniente dalle file democristiane, egli ne rappresenta la linfa peggiore. Il continuo ondeggiare tra posizioni diverse, la mediazione a ogni costo puro di non perdere poltrone e amicizie di rilievo gli hanno consentito di restare in sella nel passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, e hanno impedito, con l'opera di altri personaggi, quel bipolarismo destra - sinistra che un lustro fa era da tutti auspicato.
L'altro personaggio chiave di questo arresto del bipolarismo é Gianfranco Fini. Veniva da una storia politica estrema, l'area della destra con il braccio alzato. Intelligentemente abbassò il braccio, e smettendo di dire che Mussolini fu un grand'uomo di stato raccolse nuove credenziali per essere sdoganato e permettergli di entrare nell'area democratica. Il Cav. , a lui oggi tanto inviso, fu l'artefice di quello sdoganamento. Gianfry avrebbe potuto /dovuto essere riconoscente a Berlusca per tutta la vita. Pensate, era nel ghetto dei fascisti, e gli é stato concesso il visto d'ingresso all'area di governo. Un arrivo inimmaginabile fino a pochi anni prima. Ottenuto il favore di una vita, se ne stette buono al fianco di Berlusconi per un po' di anni. Poi cominciò a smaniare. Non dichiarò più che Mussolini é stato un grand'uomo. In compenso cominciò a pensare che il grand'uomo fosse lui. Divenne presidente della Camera.
Anche lui sta perdendo le sue forze nell'unione con Monti. Lo dicono i sondaggi. Anche lui é stato un elemento di instabilità politica, essendo sempre sul punto di sganciarsi dal suo alleato Berlusconi, finché non se n'é separato realmente. Impedendo, mentre era suo alleato, di fargli approvare alcune riforme.
Tolti di mezzo, Pierfreddy e Gianfry, il margine di incertezza politica legato alla presenza delle loro due forze diminuirà. Sarà un bene per tutti.
Leonardo Agate