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27/01/2013 05:10:45

Formazione in Sicilia. Ecco cosa c'è dietro il trasferimento dei dirigenti. Indagini in corso sugli sprechi

In pratica, tutto il personale che ha avuto in mano le chiavi di una cassaforte da oltre 400 milioni all’anno per più di 300 enti e almeno10 mila lavoratori ha cambiato assessorato.

Ci sono, sul mondo della formazione in Sicilia, diverse inchieste giudiziarie in corso,  la più pesante riguarda la sottrazione di finanziamenti pubblici da parte
di alcuni dipendenti che li dirottavano sui propri conti. Ma ci sono anche perdite enormi causate dalla prassi di pagare alla cieca tutto quanto gli enti ammessi ai finanziamenti chiedevano a fine anno per personale e corsi, con assunzioni senza freni, al punto da rendere necessario l’impiego dei fondi europei per mantenere in piedi il sistema.

La maggior parte del personale che ha lasciato  la Formazione va alla Funzione pubblica. Trasferiti dirigenti storici dell’amministrazione: la responsabile della programmazione dei corsi Patrizia Lo Campo, Antonino Di Franco che curava l’accreditamento degli enti gestori, il responsabile del settore universitario Pietro
Fiorino. E ancora: Maria Teresa D’Esposito che si occupava dei fondi europei, Maria Rita Sorce che gestiva i contributi per il buono scuola, Nicola Trentacosti
(edilizia scolastica e universitaria) e Michele Lacagnina (anche lui responsabile della gestione dei fondi europei).
Insieme a loro cambiano assessorato 53 funzionari.

La protesta dei dipendente è dura: hanno chiesto all’assessore di «non essere accomunati tutti ai pochi che sono finiti coinvolti in inchieste sulla sottrazione di fondi».
 Formalmente il provvedimento notificato  a ognuno dei 60 dipendenti regionali punta su«esigenze organizzative dell’amministrazione ». Per Crocetta «non sono provvedimenti invidividuali, non c’è intento intimidatorio nè punitivo».

Dopo essere venuta diverse volte in Procura per parlare direttamente con gli inquirenti, nello specifico, il pool coordinato dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci,  l’assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Nelli Scilabra, ha annunciato un’intesa con la Guardia di Finanza per effettuare (per la prima volta) controlli ben prima della rendicontazione finale legata ai corsi (come avviene attualmente)
Un vero e proprio «sistema», come è stato definito dagli inquirenti, quello della formazione.
Dove girano tanti soldi che, secondo le ipotesi investigative, verrebbero usati per ben altre finalità: basti pensare a tutti quei contributi erogati dalla Regione per
gli stipendi che, puntualmente, non sarebbero stati però pagati, o all’accumulo spropositato di ore di straordinario, oppure alle somme dell’assessorato che sarebbero transitate sui conti correnti di alcuni dirigenti, attraverso la conoscenza delle password del sistema informatico (è l’accusa contestata nello specifico a
Emanuele Currao, funzionario dell’area Affari generali del dipartimento dell’Istruzione e della formazione professionale, al quale i giudici hanno sequestrato 70 mila
euro).
Ad oggi sono una ventina i dirigenti che sarebbero finiti nel registro degli indagati e per le quali la Procura ipotizza il peculato. Un mondo, quello della formazione professionale, sul quale indagano anche i magistrati della Corte dei Conti, per un presunto danno erariale determinato dal «sistema ».



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