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25/01/2013 06:03:06

Sequestro di beni alla famiglia della sorella di Matteo Messina Denaro

Il cognato di Matteo Messina Denaro, l'imprenditore di Castelvetrano Vincenzo Panicola, ha operato nei settori della manutenzione di impianti di produzione, installazione, distribuzione e utilizzo dell'energia elettrica; delle costruzioni edili e stradali; dei lavori di pulizia in genere.

Con la società Vieffegi Service Srl, oggetto di sequestro, l'imprenditore prestava la sua attività di pulizia all'interno del Centro Commerciale "Belicittà" di Castelvetrano, appartenente al gruppo imprenditoriale di Giuseppe Grigoli, ritenuto prestanome di Messina Denaro, al quale erano già stati sequestrati beni per 700 milioni di euro nell'ambito dell'operazione "Mida".

Panicola è detenuto perché ritenuto organico al mandamento di Castelvetrano, e secondo gli inquirenti avrebbe gestito la latitanza del cognato Matteo Messina Denaro facendo da "postino" per la trasmissione dei cosiddetti "pizzini"; nonché curato personalmente i suoi interessi economici. Il sequestro ha compreso le aziende e i capitali sociali di alcune ditte, attive nel territorio di Castelvetrano, nonché ilá compendio aziendale della ditta individuale della sorella di Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, esercente l'attività di colture olivicole, un fabbricato, autovetture, rapporti bancari ed altro.

08,10 - Secondo quanto si è appreso il sequestro della Dia, per un valore complessivo di di diverse centinaia di migliaia di euro, riguarda beni intestati formalmente alla sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, Anna Patrizia, e al marito della donna, Vincenzo Panicola, detenuto per mafia.

07,30 - Ennesimo sequestro di beni riconducibili a Matteo Messina Denaro, ultimo capo di cosa nostra latitante dal 1993. 

La Dia di Palermo e di Trapani sta eseguendo un provvedimento patrimoniale a Castelvetrano, il paese del boss mafioso, nei confronti di suoi familiari.

Il 30 novembre scorso beni per un valore di cinquecentomila euro erano stati sequestrati a Gaspare Como, 45 anni, cognato del latitante. In quell’occasione era stata indagata una delle sorelle del campomafia, Bice Maria Messina Denaro.

Proprio in questi giorni è stata depositata l'ultima relazione della Dia. L'arresto di Matteo Messina Denaro, è scritto nella relazione, ''storico latitante, capo indiscusso delle famiglie mafiose del trapanese, che estende la propria influenza ben al di là dei territori indicati, non può che costituire una priorità assoluta''.Il superboss, sottolinea la Relazione, continua ''a mantenere il suo stato di latitanza, nonostante l'intensa attività di ricerca effettuata nei suoi confronti ormai da molti anni''.

Questo avviene perchè gode ''di una così vasta rete di protezione che, oltre ai tanti soggetti organici a Cosa Nostra, direttamente impegnati in un'efficientissima azione di supporto, coinvolge necessariamente anche una pluralità di altri insospettabili individui che, seppur estranei ad ambienti criminali, vivono e operano in un contesto socio-culturale in cui l'adoperarsi in favore di organizzazioni mafiose, o di esponenti di essi, viene avvertito come comportamento dovuto''.

In conseguenza di ''tale equivoco rapporto di connivenza culturale - scrive la Dna - in provincia di Trapani Cosa nostra può contare su una cerchia indefinita di fiancheggiatori che al momento opportuno si mettono a disposizione, fornendo ogni contributo funzionale al perseguimento di specifici obiettivi dell'organizzazione''.