Mario Francese nasce il 6 febbraio 1925 a Siracusa e inizia la propria carriera come addetto alle telescriventi all'ANSA, per passare poi a giornalista redattore del quotidiano "La Sicilia" a Catania. Non ha mai nascosto la propria propensione ideologica monarchica e, nel 1958, entra all'Ufficio Stampa del'Assessorato ai Lavori Pubblici della Regione Sicilia, collaborando, nel contempo, con "Il Giornale di Sicilia" a Palermo. Nel 1968 si dimette dall'Ufficio Stampa ed entra a collaborazione fissa con il giornale, occupandosi di cronaca giudiziaria ed entrando in contatto con il mondo della criminalità organizzata per svolgere inchieste. Diventa giornalista professionista e svolge l'inchiesta sulla strage di Caciulli, sul processo ai corleonesi nel 1969 a Bari, sull'omicidio del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo, e intervista, unico ad esserci riuscito, Antonietta Bagarella, moglie del boss Totò Riina. Le sue inchieste mettono a nudo gli intrecci della mafia e le famiglie dei capi corleonesi, specialmente quelle di Luciano Liggio e dello stesso Totò Riina. La sera del 26 gennaio 1979 cade vittima di un agguato di fronte alla propria abitazione a Palermo, colpito da diversi colpi di pistola.
Per la sua morte sono stati condannati Totò Riina, Leoluca Bagarella, indicato come esecutore materiale, ed anche Franesco Madonia, Michele Greco, Raffaele Ganci e Bernardo Provenzano.
Il figlio di Mario Francese, Giuseppe, divenuto giornalista, si toglie la vita nel 2002, dopo essersi dedicato per anni alla ricostruzione della vicenda culminata con la morte del padre.
Alla cerimonia in programma sabato, saranno presenti i familiari, la vedova Maria e i figli rimasti, Giulio, Fabio e Massimo, oltre al presidente dell'UCI Guido Columba, ed altre autorita civili e istituzionali.