Nella prossimma udienza parlerà l'avvocato Rosa Tumbarello, che difende Caradonna, e poi ci sarà la camera di consiglio, con la probabile sentenza.
10,00 - E' attesa per oggi la sentenza del processo per tentata violenza sessuale a carico di Don Vito Caradonna, prete marsalese oggi in servizio a Santa Ninfa, ma all'epoca dei fatti parroco della Chiesa Madre di Marsala.
Per lui il pm Anna Cecilia Sessa ha chiesto 3 anni e 2 mesi di reclusione.
Caradonna, 38 anni, ex parroco della chiesa di contrada San Leonardo ed ex cappellano del carcere di piazza Castello è accusato dal 35enne P.L.C., che però, durante il processo, è andato qualche volta in contraddizione. Ciò rende incerto l'esito della sentenza. L'ultima volta che P.L.C. ha testimoniato è stato dalla Germania, in videoconferenza (la presunta vittima risiede in una città tedesca e ha detto di non avere i soldi per affrontare il viaggio in Italia per partecipare all'udienza) e ha ribadito il suo racconto: don Vito, sette anni fa, lo invitò in canonica, a San Leonardo, per prendere un caffè e che mentre era «stordito» (l’uomo ha sempre avuto il sospetto che nel caffè sia stato messo del sonnifero) avrebbe tentato di abusarne sessualmente. «Ad un tratto - ha detto P.L.C. - don Vito mi ha aggredito». Lui, però, è riuscito a divincolarsi e a fuggire. Accuse respinte sempre dalla difesa "non fosse altro - ha detto il legale di Caradonna - che è improbabile che in una sostanza eccitante come il caffè si metta del sonnifero. Piuttosto l'imputato era noto perchè chiedeva denaro ai preti...".
"Non è vero - ha ribattuto P.L.C. - che ho chiesto del denaro per non sporgere denuncia». Nel corso del processo, infatti, è stato ascoltato anche l’allora vescovo di Mazara Calogero La Piana, che in aula ha dichiarato: «Fui avvicinato da un uomo che mi disse di essere stato vittima di un tentativo di violenza sessuale da parte di don Vito Caradonna, ma che era disposto a chiudere la vicenda se indennizzato con una somma di denaro. Non diedi peso a quell’accusa e non feci denuncia». Epoca dei fatti contestati a don Vito - attualmente accusato anche per circonvenzione di incapace in un'inchiesta scaturita da una sua dipendenza da "Gratta e Vinci" - è il febbraio 2005. Parte civile e difesa interverranno oggi. Poi potrebbe essere emessa la sentenza.
PROSTITUZIONE ALCAMO. S’aggrava la posizione degli alcamesi Giovanni Marcantonio e Stefano Cruciata, accusati di avere favorito la prostituzione di due donne sudamericane. Il Pm Andrea Norzi ha contestato nell'ultima udienza del processo che si tiene al Tribunale di Trapani di avere sfruttato anche una terza prostituta. La nuova contestazione è stata avanzata dopo l’audizione di una sudamericana. Veronica, così si fa chiamare, ha riferito di avere esercitato la prostituzione in una casa ad Alcamo Marina, reperita da Giovanni Marcantonio. «Io vivo a Genova. Vengo in Sicilia per prostituirmi. I miei familiari non ne sono a conoscenza. Pensano che lavori presso una famiglia". Il processo prosegue oggi.