Il Signore, afferma Michea, insieme ad altri profeti biblici, non desidera sacrifici di animali, beni o, addirittura, vite umane: egli vuole, semplicemente (ma è davvero così semplice?) la pratica della giustizia. Applicato al cammino per l’unità della chiesa, il brano potrebbe suonare assai meno drammatico, ma comunque interessante: il Signore non desidera tonnellate di documenti di studio e, forse, è anche un po’ stanco di interminabili discussioni teologiche su quale chiesa sia veramente tale e quale, invece, lo sia un po’ meno. Egli desidera, invece, che le sue chiese si diano un po’ più da fare per promuovere la giustizia. Non credo che ciò significhi sostituire ai lunghi testi che discutono come la chiesa dovrebbe essere altri testi, altrettanto lunghi, su come dovrebbe essere la società. Forse basterebbe un poco più di giustizia nelle chiese, e cioè: meno emarginazione di chi la pensa diversamente dai capi; più partecipazione dei cosiddetti laici, cioè chiese meno clericali; finirla, una buona volta, con la discriminazione delle donne nella comunità cristiana. È solo l’«abc», ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Un simile tentativo otterrebbe almeno un risultato immediato: aiuterebbe a capire quali sono i veri problemi delle chiese oggi. Non è tutto, ma neanche poco.