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18/01/2013 05:52:12

Diffamazione, chiesta condanna per il Sindaco Adamo. Falsa testimonianza: condannato medico

Quest'ultima, infatti, nel gennaio 2009, fu definita «imbecille» dalla Adamo nel corso di un'intervista rilasciata a Rmc 101.. L'ira del sindaco esplose dopo la scelta della Cudia di lasciare il partito. A difendere la Adamo è l'avvocato Luigi Cassata, che ha chiesto l'assoluzione «perché il fatto non sussiste» o in subordine «perché il fatto non costituisce reato in quanto polemica politica». Sentenza prevista per il 12 Aprile. 

FALSA TESTIMONIANZA. Un medico di Castelvetrano, Antonino Leggio, di 57 anni, è stato condannato, dal guo di Trapani  Lucia Fontana, a dieci mesi e venti giorni con la concessione della sospensione, per falsa testimonianza. Il 15 marzo del 2012 il l professionista fu chiamato a deporre nell'ambito del processo a carico di Giuseppe La Francesca, pregiudicato di 41 anni, coinvolto in un giro di prostituzione in alcuni night club. Leggio ammise di avere frequentato alcuni locali notturni e di essersi intrattenuto con una giovane ballerina di nazionalità lettone. Il medico confermò, pur se con qualche imbarazzo, anche di avere intrattenuto un rapporto sessuale con la donna all'interno di un albergo. Negò di avere pagato la prestazione al titolare del night club, Giuseppe Lucchese. «Ho dato i soldi - spiegò - direttamente alla ragazza». Leggio negò inoltre di non conoscere l'origine dei debiti contratti, per accedere a prestazioni sessuali, da un amico nei confronti dell'esercente. Il Pm Di Sciuva chiese la trasmissione degli atti al suo ufficio per procedere nei confronti del teste per il reato di falsa testimonianza. Leggio ha chiesto di definire la sua posizione con il rito abbreviato beneficiando della riduzione di un terzo della pena.

LESIONI E DANNEGGIAMENTO. Maria Craparotta, 51 anni, trapanese, avrebbe aggredito la moglie di un agente della polizia penitenziaria. La donna è finita sotto processo con le accuse di lesioni personali e danneggiamento. La vittima, chiamata a deporre ieri in aula, ha confermato tutte le accuse. La donna ha riferito di avere abitato nel condominio per circa tre mesi. Sin dalle prime settimane Maria Craparotta avrebbe assunto nei suoi confronti un atteggiamento aggressivo. In un'occasione l'ha sorpresa mentre stava rigando la sua moto. Un giorno è entrata nel suo appartamento e l'ha trascinata fuori tirandola per i capelli. La donna non ha saputo indicare le ragioni dell'astio visto che non ha mai avuto alcun contrasto con l'imputata. «Ricordo che mi disse - ha però riferito al giudice - che non voleva sbirri nel palazzo». La teste, chiamata a visionare un album fotografico, non è stata in grado di riconoscere l'imputata. «È trascorso - ha detto - molto tempo». Nel corso delle indagini invece aveva proceduto al riconoscimento senza alcuna titubanza.  Il processo si avvia ora a conclusione. Il giudice ha rinviato il procedimento al prossimo 13 marzo per le conclusioni finali di pubblica accusa e difesa.



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