Cosa è il Partito Democratico a Marsala e in Sicilia?

Tanto più in una regione, la Sicilia, che appare in bilico e che potrebbe essere determinante per la maggioranza al Senato. Mettendo, per un momento, da parte la storia recente di un partito che, con la sconfitta di Renzi e la vittoria di Bersani, ha rispolverato i soliti volti e le solite idee, e favorito, peraltro, il ritorno di Silvio Berlusconi sulla scena, concentriamoci per un momento sul Pd locale. Sul Pd dei politici di lungo corso: di Papania e Gucciardi ma anche di Crisafulli e Capodicasa. A Marsala il Pd ha sostenuto la candidatura di Giulia Adamo, proveniente dal partito di Berlusconi ed autrice, nel passato, di battaglie all’ultimo sangue con il centrosinistra. Perché lo ha fatto? Perché, credo, i dirigenti locali del partito, verosimilmente, sanno benissimo di non avere alcun appeal elettorale e la debacle dei notabili alle primarie, qui a Marsala tutti a sostegno di Bersani, ne è la conferma. E perché hanno ceduto la sovranità politica della nostra città ad Alcamo, a Baldo Gucciardi e al senatore Papania. In cambio, da Giulia Adamo e da Alcamo, hanno, però, ottenuto vantaggi politici: ruoli assessoriali e candidature bloccate. Tutto legittimo, per carità, ma poi spetta al cittadino valutare. Poi, cosa questi esponenti abbiano realmente contribuito a fare nei confronti dei propri concittadini è un mistero. E mentre Bersani a Milano sceglie Umberto Ambrosoli e candida Pietro Grasso, in Sicilia (ad eccezione del capolista Corradino Mineo che è persona di grande valore) la scelta cade sui soliti esponenti in auge da anni, fra cui il senatore Papania, Crisafulli e Genovese. E’ legittimo che l’elettorato progressista non voglia votare il Pd siciliano? Io penso di si. Non sappiamo, ad oggi, se il senatore Papania sia indagato o meno (e magari non lo è), ma non è questo il punto: il solo dubbio dovrebbe bastare a questo partito, che fu di Pio La Torre, a fermarlo un turno. A dire il vero, potrebbe essere lo stesso senatore, con eleganza, a fare il bel gesto. Così come la precedente disavventura giudiziaria (di cui scrivono i suoi compagni di partito e di cui racconta lo stesso senatore), per quanto culminata con l’estinzione del reato, dovrebbe bastare: nei Paesi occidentali a democrazia avanzata funziona così (in quei paesi finanche le assoluzioni, automaticamente, non consentono un rientro in politica), ma magari i compagni di partito del senatore Papania non lo sanno. Come non sanno che il ruolo della libera stampa è quello di informare: si chiama giornalismo watch dog. Basterebbe finanche aver visto qualche film americano. In realtà, gli aspetti giudiziari, c’entrano poco: il Pd marsalese e siciliano è inadeguato, culturalmente e politicamente. Hanno sostenuto il governo Lombardo e finanche Cuffaro. Cosa chiedere di più? Bersani, dunque, non ripeta, per favore, la litania del voto utile: l’elettore ed il cittadino meritano rispetto. Il ricatto della vittoria di Berlusconi non serve ed è indegno: Bersani poteva pensarci al momento della formazione delle liste ed al momento in cui i vari notabili locali lo hanno sostenuto in blocco.
Valerio Vartolo