“L'attuale legge n.14 del 3 luglio 2000, -afferma l’on. Lo Sciuto -che disciplina le ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi in Sicilia, non richiede il parere vincolante dei comuni interessati dalle richieste di concessioni, per la ricerca di idrocarburi. Questo non significa che l’amministrazione regionale possa autorizzare attività di questo genere senza aver coinvolto le comunità interessate. In ogni caso –aggiunge -l’on. Lo Sciuto, come si può pensare ad autorizzare l’Enel, o altre società, a perforare un territorio come quello della Valle del Belice, senza tener conto del parere delle comunità che insistono nella zona? Tale comportamento è a dir poco antidemocratico. Oltre all’ evidente rischio geologico, vi è anche quello ambientale. E’ fuori da ogni logica immaginare piattaforme petrolifere tra gli scenari naturalistici del Belice. Mi chiedo , che bisogno c’era di costruire decine di alberghi nel territorio se pensavamo di dedicarci agli idrocarburi? Selinunte, Menfi , Salemi, Santa Ninfa , Poggioreale ., Salaparuta, Partanna ed altri comuni della Valle del Belìce non sentono il bisogno di trivelle. Prima che la Regione Siciliana rilasci una possibile concessione-conclude l’on. Lo Sciuto- occorre un serio confronto con tutti i comuni interessati . Sarò a loro fianco , per questa eventuale battaglia in difesa del nostro territorio. L’esperienza di Gela e di Augusta è già costata molto ai siciliani”.