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14/01/2013 05:29:13

Politiche 2013. Accordo fatto Berlusconi - Lombardo. Boom di liste in Sicilia per il Senato

Lo conferma lo stesso ex governatore della Sicilia ribadendo che “non si candiderà” alle prossime politiche “nè alla Camera, nè al Senato”. Secondo quanto si è appreso due giorni fa il leader del Pdl, Silvio Berlusconi, avrebbe chiuso personalmente l’intesa e avrebbe chiesto all’ex presidente della Regione di candidarsi, ottenendo però un cortese ma fermo diniego.
L’intesa è stata trattata a “livello nazionale”, si limita ad affermare Lombardo, non entrando nei meriti dei contrasti e attacchi frontali avuti in tre anni di governo alla Regione Sicilia con il Pdl. L’ipotesi di un accordo con il Pd è tramontata per l’impossibilità di percorsi condivisi dopo la caduta del governo Lombardo in Sicilia.
“L’ipotesi è quella di creare una lista del Sud alla Camera, in cui convergano le esperienze politiche di governatori e sindaci del Mezzogiorno e Grande sud di Gianfranco Miccichè. Al Senato il Partito dei siciliani-Movimento per le autonomie dovrebbe essere presente col proprio simbolo in Sicilia”.

CROCETTA. Ha presentato il suo simbolo, la lista "Megafono", anche Rosario Crocetta, che sabato ha riunito i suoi sostenitori per fare il punto sulla lista da presentare solo al Senato e solo in Sicilia, accreditata da alcuni osservatori tra il 6% e il 12%L'organizzazione spetta ad alcuni tra i deputati regionali più vicini al governatore, tra cui Antonio Malafarina. Crocetta non sarà capolista: "La lista ha già al suo interno il riferimento al mio nome. Si chiama infatti 'Il Megafono - Lista Crocetta'. Non è necessario che io sia capolista, anche perchè il sistema elettorale non prevede il voto di preferenza". Parole che aprono definitivamente la strada a Beppe Lumia, che guiderà la pattuglia dei crocettiani. Dietro al senatore del Pd compariranno il mecenate Antonio Presti e l'assessore regionale all'Energia, Nicolò Marino.

FERMARE IL DECLINO.  Fermare il declino, movimento politico nato dallo spunto propositivo del giornalista economico torinese Oscar Giannino, presenterà le sue liste a Camera e Senato anche in Sicilia. A fare da capolista nelle due circoscrizioni della Camera dei Deputati proprio il volto più noto del movimento nato da poche settimane, che si pone come obiettivo quello di portare avanti istanze nuove in particolar modo in ambito economico. Al Senato il capolista sarà invece Giorgio Gervasio, imprenditore presidente di Confindustria Legno. Dietro Giannino alla Camera in Sicilia occidentale ci sarà l'ex numero due di Bmw Europa Marco Saltamacchia, seguito dall'imprenditore Giosafat Di Trapani, componente del direttivo di Confindustria Sicilia. Ci sono anche il cardiochirurgo dell'Ismett Gianluca Santise e l'esperta di diritto del lavoro Claudia Serio. Al Senato invece dietro Gervasi si posizionano Carlo Palazzo ed il docente universitario Marco Giammanco. Fra i punti in programma della lista guidata dal giornalista economico torinese la riduzione del debito pubblico, della spesa pubblica e della pressione fiscale, secondo criteri propri del più autentico liberismo economico.

QUANTE LISTE IN SICILIA. La sfida in bilico del Senato porta Bersani e Berlusconi a moltiplicare le liste. E gli schieramenti, alla vigilia della chiusura dei termini per dichiarare gli apparentamenti, assomigliano a grandi ammucchiate. Nel centrodestra si profila un assalto affidato a otto liste, il centrosinistra ne schiera quattro, forse cinque. Un proliferare di vessilli cui corrisponde, nelle ultime ore, una raffica di esclusioni eccellenti fra i candidati. Specie fra i montiani: nelle liste dell'Udc per la Camera non ci sono Naro e Galioto, ma neppure il rettore di Palermo Roberto Lagalla il cui ritorno alla politica attiva è di nuovo rinviato.  Il centrosinistra in Sicilia ha arruolato gli  ex Grande Sud guidati da Michele Cimino. Probabile la candidatura di Giambattista Bufardeci al Senato. Si allontana invece l'ipotesi di una candidatura di Massimo Russo: "Non mi risulta che esista questa possibilità", dice Bartolo Fazio, coordinatore dell'Api. Non è da escludere che, al Senato, a queste sigle possa aggiungersene una quinta: quella dei Moderati che in Piemonte fanno capo a Giacomo Portas e che potrebbero avere una rappresentanza anche nell'Isola. Fatto anche l'accordo fra Pdl e il Pid-Cantiere popolare di Saverio Romano. Il Pid non presenterà liste alla Camera ma nell'intesa con Alfano ci sarebbe la candidatura, con il Pdl, di tre suoi esponenti: uno è lo stesso Romano, gli altri sarebbero Innocenzo Leontini e Giuseppe Ruvolo. Il Pid sarà invece presente con il proprio simbolo al Senato: capolista Rudy Maira. Ancora indefinita la posizione di Pippo Gianni, che ha trattato con Tabacci, e Marianna Caronia, contattata dal Mir di Samorì che ha "ingaggiato" il deputato ex Mpa Paolo Ruggirello.

Altre liste del centrodestra sono Fratelli d'Italia, la Destra e una lista fai-da te ("Lista del popolo") che fa capo all'editore siracusano Sebi Roccaro. Scartata invece l'idea di presentare una lista gemella del Pdl (Forza Sicilia). Da domani i berlusconiani ragioneranno sulle deroghe: se passasse il criterio del rinnovamento invocato dal Cavaliere, sarebbero a rischio, tra le altre, le candidature di Domenico Nania, Pino Firrarello, Antonio D'Alì.

I montiani alzano il sipario. Se le liste del premier sono già state svelate (capilista alla Camera l'imprenditrice Gea Schirò e l'ex assessore regionale Andrea Vecchio) tocca a Udc e Fli presentare le candidature per Montecitorio. I casiniani hanno deciso le posizioni di vertice delle liste. Gianpiero D'Alia sarà capolista in entrambe le circoscrizioni: a Occidente sarà seguito da Ferdinando Adornato (che dovrebbe però optare per un altro collegio) e da due nomi nuovi: Rosario Basile, titolare della Ksm ed esponente di Confindustria, e Tonino Gagliano, presidente dell'Ordine degli avvocati di Caltanissetta e già candidato sindaco dell'Mpa a Gela.

Prendono forma anche le liste di Fli: Fini capolista, seguito a Occidente da Fabio Granata e Alessandro Aricò, e a Oriente da Carmelo Briguglio e dallo stesso Granata. Resterebbero fuori dalle posizioni eleggibili, sulla carta, altri due ex deputati regionali quali Livio Marrocco e Luigi Gentile. 

MANIACI. “Altro che sostegno al Pdl e a Berlusconi. Io voterò Rivoluzione civile dell’ex pm Antonio Ingroia. E’ questa la posizione politica che più mi si addice”. Con queste parole Pino Maniaci, editore e direttore di Telejato, telegiornale che si è sempre distinto per il suo impegno antimafia, smentisce la notizia di una sua candidatura al Senato nella lista ‘Potere ai cittadini. Lista del popolo con Pino Maniaci’. La lista però esiste ma, come spiega Maniaci, “l’intenzione era quella di inserirla in Sicilia nella coalizione di centrosinistra che fa capo al Pd, per rappresentare il mondo dei piccoli editori televisivi siciliani, ma il segretario Lupo non ha voluto. Secondo me perché la nostra lista sarebbe entrata in competizione con quella di Crocetta e allora ieri ho dichiarato provocatoriamente che saremmo stati a sostegno dello schieramento opposto. Una boutade per fare arrabbiare Il Partito democratico, che di democratico non ha niente”. “Da ieri mi massacrano sul web. Sia chiaro, – aggiunge il direttore di Telejato – io non mi candiderò e non lo avrei mai fatto nello schieramento di centrodestra. Per quanto riguarda il movimento di piccoli editori di cui faccio parte. Se avranno intenzione di andare aventi e di candidarsi a sostegno del Pdl non lo faranno certo con il mio simbolo e in una lista che porta il mio nome”.



Native | 2024-07-16 09:00:00
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