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07/01/2013 06:35:59

Il vizio della querela facile (ed inutile) del Sindaco di Marsala, Giulia Adamo

Vittima il titolare del Bar Tiffany - meglio conosciuto come “Enzo & Nino” - nel corso centrale di Marsala, in via XI Maggio, Salvatore Stabile. Non riusciva a lavorare, la sera, perchè non c’era acqua. Stanco, chiuse il locale e attaccò un cartello alla porta per esprimere il suo disagio nei confronti del Comune. Il giorno dopo, apriti cielo, la dichiarazione al veleno del Sindaco Giulia Adamo: “Accuse ingiuste, querelo per difendere l’immagine della città”.
E già, perchè la querela facile, da allora, caratterizza l’attività del nostro Sindaco. Più della querela, in verità, l’annuncio di passare alle vie legali, fatto con delibera, o in interviste compiacenti, o tramite comunicati stampa.
Annunci di querele che non portano da nessuna parte, sia chiaro. E’ lo stesso Salvatore Stabile, il titolare del bar incriminato a dire: “Dopo quell’annuncio non ho ricevuto nulla”.

Ma le querele del Sindaco non colpiscono solo i cittadini che protestano, colpiscono anche i giornalisti che raccontano cose non gradite al primo cittadino. E’ il caso dell’inchiesta di www.marsala.it, sui retroscena dietro la progettazione del porto di Marsala, sul falso che avrebbe cambiato in corso d’opera uno studio sulla presenza di posidionia nel nostro mare. Una notizia che ha suscitato una vasta eco. Non ci aspettavamo un premio, certo, ma neanche l’esatto opposto. E invece il 24 Settembre del 2012, qualche giorno dopo l’inchiesta, il Sindaco Adamo prende carta e penna per dare una direttiva all’ufficio legale “per l’avvio del contenzioso riguardante la realizzazione del porto di Marsala”. Uno pensa: è giusto, siccome c’è una magagna, il Sindaco vuole tutelare il Comune. No. Perchè il problema del Sindaco non è quello che succede nella progettazione del porto ma quelli che lei chiama “gli attacchi mediatici sulla vicenda della realizzazione del porto di Marsala”, con l’esigenza “irrimandabile di intraprendere ogni opportuna azione difensiva del Comune di Marsala nelle competenti sedi”. L’ufficio legale, secondo il Sindaco, deve intraprendere ogni tipo di azione giudiziaria, “verso qualunque soggetto pubblico e/o privato” che ostacoli la realizzazione “di un’opera di così grande interesse pubblico”.
In pratica non è un’azione legale, è una specie di guerra: trovare e citare in giudizio chiunque ostacoli la realizzazione del porto.
All’Ufficio Legale sono imbarazzati, prendono tempo, e dopo un po’ rispondono che sono troppo oberati di lavoro per procedere. E il Sindaco che fa? Il 6 Novembre, in Giunta fa approvare una delibera, la numero 318 con la quale “Autorizza il Sindaco a costituirsi parte civile nel procedimento penale in corso, a tutela dell’Ente, persona offesa, concernente la realizzazione del porto di Marsala”. Il problema è che non c’è alcun procedimento penale, ci sono solo delle indagini della Procura di Trapani circa le vicende denunciate dal nostro giornale. Ma come in un teatro dell’assurdo, la Giunta approva la richiesta per la costituzione di parte civile in un processo che non c’è. Tant’è che ritorna il solito ritornello: “promuovere ogni opportuna azione giudiziaria” circa “gli attacchi mediatici sulle vicende relative alla realizzazione del porto di Marsala”. E si dà anche un incarico esterno: 3000 euro per l’avvocato Marco Siragusa del foro di Trapani.
Ma il non plus ultra si raggiunge a Dicembre.
La Giunta, infatti, con delibera del 14 Dicembre, autorizza il Sindaco Giulia Adamo a querelare, pur senza citarlo direttamente, il quotidiano online www.marsala.it. Anche qui, in manier assolutamente assurda, in punta di diritto. Non c’è infatti nessun articolo in particolare che viene contestato, ma la Giunta definisce diffamatorio il lavoro svolto dal nostro portale svolge «un’attività di continua pubblicazione di “giudizi”, “critiche”, “disapprovazione” che accompagnano le “notizie” sull’amministrazione comunale». Insomma, al Sindaco Adamo non piacciono le nostre inchieste. E allora ordina di presentare querela. Anche in questo caso si nomina un avvocato. Questa volta è l’avvocato Fabrizio Biondo, del foro di Palermo. Gli si danno subito 1000 euro. Al di là della vicenda assurda, va notato che, tariffe dell'ordine alla mano, 1000 euro un avvocato di Palermo le spenderà già per venire due - tre volte a Marsala a discutere l'improbabile causa con il "cliente". La vicenda finisce anche sotto il mirino di Ossigeno per l’Informazione, l’osservatorio sulla libertà di stampa promosso da Fnsi e Ordine dei Giornalisti, che nota l'irritualità del comportamento del primo cittadino di Marsala.

Ironia della sorte, la delibera “ammazza stampa” del Sindaco coincide con un’iniziativa, un’ “anteprima” del festival sul giornaismo di inchiesta, organizzata dall’Amministrazione Comunale su proposta dell'agenzia Mismaonda di Bologna il 16 Dicembre e costata 12.000 euro. Ospite della manifestazione è stato il direttore di “Pubblico”, Luca Telese, il cui giornale ha chiuso proprio qualche giorno dopo la sua venuta a Marsala. E’ stata in quell’occasione che il Sindaco Adamo ha reso chiaro il suo pensiero su giornalismo buono e giornalismo cattivo: “Crediamo che il buon giornalismo, quello finalizzato all’affermazione della legalità e non agli attacchi strumentali e di persecuzione, vada incentivato”. Fuori dalle righe potrebbe tradursi così: il giornalismo buono è quello che non parla di Marsala, il giornalismo cattivo è quello che fa le pulci a chi governa la città. Più che di giornalismo di inchiesta, allora, sarebbe meglio parlare di "giornalismo strabico". Ops... Ora ci scappa la querela....