A parte il fatto che si tratta di un'imposta, non tutti hanno chiaro il suo concetto, forse nemmeno coloro che ne parlano. I politici spesso parlano di cose di cui non capiscono un tubo. Innanzi tutto, noi abbiamo già le imposte patrimoniali con l'Imu, con le imposte di registro, con quelle sulle successioni e donazioni. Infatti, con queste imposte non si colpisce il reddito, ma la ricchezza in se stessa. Allora perché si parla ancora di voler introdurre la patrimoniale? Il fatto é che i soldi, allo Stato italiano, non bastano mai, e non sapendo più cosa inventarsi per prosciugare le tasche dei contribuenti, i politici hanno pensato di istituire una imposta nuova nel nome, ma vecchia come il cucco e già operante sotto nomi diversi. Stavolta, però, la nuova patrimoniale, che si aggiungerebbe a quelle esistenti, dovrebbe avere l'impossibile compito di coprire definitivamente la voragine del bilancio dello Stato. Solo che coloro che già hanno pagato patrimoniali aventi nomi diversi, sono di regola i più abbienti che, vedendosi tassati ancora più pesantemente, faranno come Depardieu in Francia: ripareranno all'estero il loro patrimonio o addirittura cambieranno nazione di residenza. La difesa messa in opera da Depardieu ha fatto dubitare a molti dell' efficacia di un fisco troppo oppressivo. Altri, invece, sostengono che chi più possiede, più deve aiutare lo Stato. Pure questa é una tesi sostenibile, se lo Stato fosse un buon amministratore. Ma se é spendaccione, e poi pretende che i contribuenti mettano le pezze al colabrodo economico - finanziario, non va più bene. Nel regime democratico, lo Stato deve spendere il meno possibile nell'assicurare la civile convivenza, evitando molte categorie di spese che attualmente fa. Per esempio, deve ritirarsi di più dall'economia, lasciando ai privati più libertà imprenditoriale e garantendo un'effettiva libera concorrenza. Dovrebbe snellire gli apparati burocratici, e farli diminuire ai livelli regionali e comunali. Molti servizi pubblici gestiti direttamente dallo Stato e dagli enti pubblici sono carrozzoni clientelari, costosi ed inefficienti come tutti spesso osservano. sarebbe meglio che fossero appaltati o concessi ai privati. Le esperienze di altri Stati insegnano.
Un fronte caldo, dove però si é combattuta una stanca guerra, é quello dell'evasione fiscale. L'ammontare dell'evasione fiscale, secondo stime dell'Agenzia delle entrate, ha superato i 270 miliardi di euro l'anno, un quinto del Pil. Una cifra mostruosa. Se si facesse pagare a tutti quello che dovrebbero, non ci sarebbe necessità di nuove imposte, patrimoniali e non. Non solo. Si potrebbero abbassare quelle esistenti.
Il problema sempre crescente dell'evasione fiscale, nonostante sia sempre presente in tutti i programmi governativi, non può risolversi con nuove norme, che vanno ad aggrovigliare un sistema normativo di già e da tempo aggrovigliato. Sarebbe un rimedio illusorio. Deve, invece, risolversi andando alla radice, che è il groviglio inesplicabile delle norme tributarie. Se Lo Stato non cambia rotta nella formulazione delle leggi, rendendole più semplici e comprensibili, ci sarà sempre la possibilità di evadere le tasse. Gli azzeccagarbugli da noi non mancano, nel Foro e fuori. E gli azzeccagarbugli riescono sempre a trovare lo spacco giusto per farvi passare indenni i patrimoni.
Ecco perché parlare di nuova imposta patrimoniale, senza semplificare il sistema fiscale facendo pagare a tutti il dovuto, é come il caso di quel comandante di nave che imbarcava acqua. Invece di far riparare la falla, che pure era riparabile, ordinava alla ciurma di ributtare l'acqua in mare con i secchi.
Leonardo Agate