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30/12/2012 22:21:44

Scrive Maria Tranchida, sulla mostra "Garibaldi fu Ferito" a Marsala

 Questa volta il tenore del mio scritto è di gran lunga diverso, ma io spero  che Lei lo pubblicherà con la correttezza editoriale  che sempre La contraddistingue.
Sono stata per 36 anni insegnante di Lettere e considero la storia disciplina  che più di ogni altra aiuta i giovani nella loro crescita e nello sviluppo del senso critico e della coscienza civile, pertanto non posso non scrivere di una mostra fotografico - documentaria che ormai da alcuni mesi è in esposizione presso la Biblioteca Comunale di Marsala perché, secondo la mia opinione, merita attenzione da parte della cittadinanza e soprattutto delle scuole più di quanto ne abbia avuto fino adesso.
La mostra storico-documentaria, dal titolo "Garibaldi fu ferito"; allestita con la collaborazione di Natale Musarra e della responsabile della Biblioteca Comunale, dott,ssa Milena Cudia, è stata patrocinata dal Comune di Marsala e dal centro Internazionale Studi Risorgimentali Garibaldini. Come già si evince dal titolo, tratta un periodo storico particolare ( I fatti di Aspromonte) e dà ancora una volta centralità alla città di Marsala perchè la storica frase - Roma o morte - venne pronunciata per la prima volta il 19 Luglio del 1862, in occasione del ritorno di Garibaldi in città, quando fu accolto con grande tripudio da un popolo festante.
Il percorso documentario mostra ancora una volta una città vivace che seppe interagire in ogni momento della sua vita civile, amministrativa, imprenditoriale con il resto della nazione e seppe presentarsi con un volto moderno, dinamico, intellettualmente al passo con i tempi.
Marsala era allora una città che si distingueva per lo sviluppo di una economia viti-vinicola moderna (ben diversa da quella esistente nel resto della Sicilia e dell'Italia meridionale), che l'aveva resa celebre nel mondo, grazie alla presenza di una borghesia imprenditoriale attiva e di un ceto artigianale dinamico e produttivo (bottai, fabbricanti di carri, addetti alla marineria per la cantieristica navale e per il commercio di prodotti vinicoli, etc.) che aveva determinato la nascita di una classe operaia numerosa e abbastanza evoluta.
Il dinamismo sociale metteva in evidenza anche un elevato livello culturale che alimentava un intenso e appassionato dibattito su tematiche politiche che collocavano la città fuori dal ristretto ambito locale o regionale per inserirla da protagonista nel più ampio panorama politico nazionale.
Dall'esame dei documenti si evince che Marsala in quegli anni era già una città laica, caratterizzata da forti fermenti progressisti anche di matrice massonica che convivevano con modelli anarcoidi ed altri di tendenza catto- innovatrice, tutti comunque favorevoli al riscatto e alla crescita sociale.
Gli eventi culturali e le iniziative di spessore non possono essere trascurati dalla stampa locale da qualsiasi parte essi vengano proposti.
Le regole di una sana democrazia impongono che l'avversario politico non è un nemico da battere fisicamente o moralmente ( come ahimè ci siamo abituati in
questi anni ) , ma una persona con cui si avvia un dibattito aperto e corretto sul piano umano, di cui si possono confutare le idee e si possono giudicare
le azioni, sempre disponibili a dialogare e, se possibile, ad interagire per raggiungere il bene comune.
La mostra in esposizione alla biblioteca Comunale è un piccolo significativo saggio di storia che rende ancora una volta giustizia alla città di Marsala, identificata ormai come uno dei luoghi - simbolo della storia nazionale.
Tutti i documenti, conservati nell'Archivio storico comunale di Marsala, sono suffragati da un resoconto storico-critico dello stesso autore e supportati da riferimenti fotografici di altri documenti originali d'epoca reperiti in ogni parte d'Italia da Natale Musarra, che in questi anni sta sviluppando la sua attività di ricerca, avendo come punto di riferimento Marsala.
Trattandosi di una mostra - documentaria, essa si avvale di atti pubblici ormai secolari che per la vetustà e la fragilità peculiare possono rischiare
gravi danneggiamenti, spesso irreversibili. Pertanto, a mio avviso, è già significativo ricorrere alle tecniche moderne di cui oggi ci si può avvalere per realizzare una seria, attenta, precisa ricostruzione storica e a me sembra che la mostra rispetti degnamente le finalità di un'obiettiva indagine storica, pur presentandosi modesta nel cliché espositivo in quanto non può mostrare l'imponenza e la ricchezza di altre catalogazioni museali.
Inoltre mi sembra importante rilevare la ricchezza delle fonti documentali presenti nell'Archivio storico di Marsala che da solo costituisce uno scrigno di straordinaria rilevanza storica con una ricaduta locale e nazionale.
Inoltre, a mio avviso, è mancata un'adeguata amplificazione per divulgare l'allestimento della mostra e renderla fruibile alle scolaresche
Tale mancanza non è imputabile al suo giornale, ma alle istituzioni preposte alla realizzazione della mostra e agli organi di stampa dell’amministrazione comunale, poco attenta alla divulgazione dell’evento presso la cittadinanza e le scuole del territorio comunale e provinciale.
La memoria storica di un popolo si costruisce non solo attraverso i grandi eventi che sono stati immortalati nei libri di storia, ma attraverso le aspirazioni, le sofferenze, le lotte, le conquiste di comunità locali che hanno alimentato con le loro azioni e il loro sentire la storia.
Certa di essere ancora una volta accolta tra le pagine del suo giornale, La ringrazio e porgo i più sinceri Auguri di Buon Natale e un Nuovo Anno che per Lei e il suo giornale sia pregnante di successi editoriali.

Maria Tranchida

 



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