Bersani lo conosciamo da tanti anni. E' un vecchio arnese della politica. Di lui si ricorda quella "lenzuolata" di liberalizzazioni di quando fu ministro con Prodi. Ma a parte l'immagine onnicomprensiva, quello che é rimasto realmente di liberalizzazioni, tirato su il lenzuolo, é stato poco, se dubito dopo si ricominciò a parlare della necessità di nuove o più ampie liberalizzazioni, e l'ultimo governo Monti ne ha promesse e fatte di nuove, con incerto esito al solito. Non si può dire che Bersani rappresenti il nuovo. La lotta che gli é stata fatta da Renzi e da una parte del suo partito é stata fondata sulla sua vecchiaia politica. Peraltro, sembra che non sia molto deciso nel suo programma, essendosi fatto strattonare una volta da Vendola, che sta alla sua sinistra, e una volta da Casini, che sta alla sua destra. Non a caso "il Vernacoliere", che non é di destra, l'ha soprannominato "pallemosce".
Berlusconi é quello che tutti conosciamo. E' un verace rappresentante di quella gran massa di italiani che stanno a mezza strada tra l'imbroglione e il geniale. Si potrebbe definire un imbroglione di genio. Nell'Italia che fu di Craxi, salì in alto nel campo dell'imprenditoria, anche grazie ai legami politici. Costruì alle porte di Milano quella cittadella che é Milano 2. Non fu una semplice speculazione. Bisogna riconoscere che é uno degli interventi urbanistici più riusciti. Intuì l'importanza della televisione commerciale, e ne divenne il dominus, estendendo il suo impero economico. Forse timoroso che un governo di centro - sinistra o di sinistra avrebbe potuto minare le basi del suo potere, scese in politica, e l'ha monopolizzata per due terzi del tempo in questi ultimi diciassette anni. Del suo programma, aggiornato negli anni, si può dire che é stato liberalmente appetibile, ma non é stato realizzato.
Monti é stato in un certo senso pregato dal presidente della Repubblica, e da lobby economiche - finanziarie influenti, di accettare l'incarico di presidente del Consiglio, tredici mesi fa. E' sembrato il tecnico necessario per rimettere in sesto le vacillanti finanze pubbliche. Ha avuto il coraggio di far approvare la riforma delle pensioni, una delle più avanzate d'Europa, e anche una delle più dolorose per i pensionati medio - bassi. I pensionati d'oro sono stati appena toccati. Dopo non ha saputo più far approvare provvedimenti davvero riformatori, ma solo riformicchie, che dovranno essere completate. La fiducia dell'Unione Europea nell'Italia é aumentata sotto di lui, ma gli indicatori economici nazionali vanno peggio. La disoccupazione aumenta, il debito pubblico straripa oltre i duemila miliardi di euro, il Pil diminuisce, i consumi decrescono, le fabbriche minacciano di licenziare o licenziano. Sembra a tutti che le uniche categorie economiche che stanno bene sono sempre le stesse: i grossi industriali, i grossi commercianti, i grandi agrari, i professionisti di grido, i notai, i farmacisti, le banche. I ricchi che diventano sempre più ricchi, con i poveri che diventano sempre più poveri.
Grillo é una vera e propria incognita. Se si leggono i suoi libri sul malaffare in questo Paese, si deve riconoscere che l'analisi é corretta. Ma quando si passa dalla denuncia ai rimedi, si resta I rimedi proposti sembrano confusionari e generici. Dal Comune di Parma, dove amministra il Movimento5 Stelle, non giungono notizie confortanti. Il fenomeno Grillo é fondato sul Web, che é volubile e spesso contraddittorio. La democrazia virtuale che Grillo ha applicato finora alla sua marcia di avvicinamento al potere, resisterà agli ostacoli di quella reale? Dal dire al fare, c'é di mezzo il mare. Tante volte é successo che contestatori e rivoluzionari, entrati nel sistema se ne sono fatti condizionare, e ne sono stati trasformati.
Ingroia é l'ultimo arrivato. E' veloce nel passare da un impegno all'altro. Stanco delle lungaggini del processo sulla presunta trattativa Stato - mafia, si é messo in aspettativa e ha accettato un incarico dell'ONU in Guatemala per contrastarvi i narcotrafficanti. Partito per quel lontano Paese, ne é tornato dopo pochi mesi. Non si hanno notizie dei suoi successi là. I narcotrafficanti non si sono probabilmente accorti del suo passaggio. Ma nemmeno nella sua terra ha avuto brillanti successi, se si toglie la sua continua visibilità sui mezzi di comunicazione. Aveva fatto di Ciancimino iunior un'icona dell'antimafia. Alla fine é risultato che era solo un imbroglione.
Vedremo quel che succederà alle elezioni. La democrazia ha questo di bello, che chiunque vincerà, sarà voluto dalla maggioranza degli elettori, che non potranno lamentarsi di altri, se non di se stessi, se l'eletto sarà un incapace.
Leonardo Agate