La durata massima prevista dallo Statuto speciale. Una decisione che è lo specchio delle difficoltà economiche in cui si dibatte la Sicilia. Negli ultimi giorni, a Palazzo d’Orléans, è stato un susseguirsi di riunioni tra Crocetta, l’assessore all’Economia Luca Bianchi, il Ragioniere generale Mario Pisciotta, esperti e consulenti, nel difficile tentativo di trovare il punto di equilibrio tra entrate e uscite. Sono stati convocati anche tutti i dirigenti generali ai quali è stato chiesto di individuare tagli alle spese del 30-40%, cercando di individuare soprattutto gli sprechi e le spese superflue.
Il bilancio regionale, per effetto delle manovre dei governi Berlusconi e Monti, subirà tagli per circa 900 milioni di euro.
Ma bisogna fare i conti anche con il Patto di stabilità che per il 2013 non consente saldi di spesa superiori a 4,5 miliardi.
La giunta sta cercando di reperire le risorse necessarie, in particolare per dare copertura ai capitoli relativi agli enti locali e forestali che la bozza di bilancio del precedente governo non aveva previsto. Si tratta di 500-600 milioni per i comuni e qualche centinaio per i forestali. Non è escluso che si possa anche ricorrere ad un mutuo con la Cassa depositi e prestiti che sarebbe garantito con la valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione con una società della stessa Cassa depositi e prestiti.
Punti fermi del bilancio, che deve essere accompagnato da una rigorosa finanziaria, sono il rispetto del Patto di stabilità e la certezza del co-finanziamento
dei fondi europei la cui quota è stata elevata al 75%.
Pertanto, si dimezzerà la quota di competenza della Regione e quella dello Stato. Il governatore Crocetta, inoltre, intende garantire il finanziamento per il rinnovo dei contratti dei precari degli enti locali ed istituire un fondo di rotazione per consentire ai comuni di pagare i debiti accumulati con gli Ato rifiuti. Operazioni
che costano qualche centinaio di milioni di euro.
Sempre nell’ottica del contenimento della spesa, il presidente Crocetta ha chiesto al prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia per i beni confiscati, l’assegnazione in via definitiva alla Regione dei beni confiscati, nel 2007, in via definitiva all’Immobiliare Strasburgo dell’imprenditore Vincenzo Piazza. Due di questi ospitano l’assessorato ai Beni culturali e l’assessorato alle Attività produttive e per cui c’è in corso un contenzioso con l’amministratore giudizario che chiede 8,2 milioni di euro.