Pur abitando la stessa terra di pastori, in cui era nato il grande re Davide, vivevamo da disprezzati, ai margini della società giudaica e abbandonati al nostro destino. E vi garantisco che era una sofferenza vivere in questo modo.
Non ci era permesso neppure testimoniare nei tribunali perché la nostra era una testimonianza inaffidabile.
E invece avremmo voluto tanto essere testimoni di qualche evento miracoloso come quelli che, in passato, la nostra gente aveva contemplato.
Avremmo voluto assistere al mutamento dell'acqua del Nilo in sangue o passare come per l'asciutto con Mosè all'apertura del Mar Rosso.
Avremmo desiderato tanto poter gustare e assaporare la manna celeste.
E invece nulla. Era nel buio assoluto che stavamo vivendo.
Ma le tenebre di quella notte (della notte di cui vi racconto) non furono le solite.
Mentre eravamo intenti nel nostro avvilente lavoro notturno, con occhi aperti e orecchie ben tese ad eventuali agguati, una luce mai vista prima di allora squarciò il buio e illuminò quel cielo a noi tanto conosciuto.
Ciò ci colse di sorpresa e fummo presi da grande paura.
Eravamo abituati alle belve feroci, ai sentieri impervi; al freddo, al caldo, alla fatica, alla solitudine, ma non a ciò a cui stavamo assistendo.
Da dove proveniva tutta quella luce?
Ci sembrò la fine del mondo.
Paura e disperazione leggemmo l'uno nel volto dell'altro.
Allora pensammo alle nostre donne in casa. Non le avremmo più riviste.
Pensammo ai nostri figli. Come sarebbero cresciuti senza di noi?
Ci sembrò che nessuno potesse salvarci dalla morte.
Ma non si celava morte dietro quella luce, né dolore, né sofferenza per noi. Tutt'altro.
"Non temete" ci disse una voce aldilà della luce.
Non voleva mettere fine alle nostre vite.
Almeno non come avevamo immaginato noi.
Era lì per portarci un messaggio che le nostre orecchie non avevano mai udito prima.
All'improvviso non provammo più il peso della rassegnazione al giudizio altrui, ma il calore dell'amore misericordioso di Dio sulle nostre vite.
Perché la voce ci disse: "E' nato per voi" - proprio così - "Per voi ... è nato colui che porterà salvezza e gioia a tutti i popoli".
Queste parole riempirono il nostro cuore di una sensazione mai provata: finalmente qualcosa nella nostra tanto abitudinaria quanto infelice vita di esclusi stava cambiando.
Finalmente qualcuno si stava interessando a noi e con noi stava comunicando.
Il Messia era nato per noi.
Per noi, gli insignificanti, gli impuri.
Da allora le nostre vite cambiarono, pur continuando a fare sempre i pastori di pecore.
Gli insignificanti non ebbero più motivo di esistere come tali perché diventarono preziosi agli occhi di Dio e gli esclusi trovarono la loro dimensione all'interno del suo piano di salvezza.
Avevamo tanto cercato un segno miracoloso, ma forse solo per vantarci di esserne anche noi testimoni.
Ci trovammo, invece, di fronte a qualcosa di più grande, di migliore.
Ci rendemmo, infatti, conto che la voce aldilà della luce ci stava miracolosamente e gratuitamente regalando una nuova vita.
Stringemmo forte a noi il gioioso messaggio di salvezza. Lo facemmo nostro e in modo naturale sentimmo che dovevamo condividerlo con gli altri.
E oggi, a distanza di 2000 anni, l'eco di quel messaggio risuona ancora più viva che mai.
Come per noi pastori di Betlemme, anche ... per voi è nato il Messia portatore di salvezza e di gioia.
18 dicembre 2012 -
Lella Teresi -