“Il vero problema è costituito proprio da questa classe dirigente che non è in grado di recepire i messaggi: tutto è fattibile, di tutto si può prevedere ogni aspetto organizzativo, costi e benefici, strategie e finanziamenti. L’unico problema – mi ha scritto – è la testa di chi governa le nostre comunità: perché non è capace di capire, perché pensa solo al proprio orticello, alla propria rielezione, alla propria carriera”.
E’ arrivato il momento di mandare a casa tutta quella moltitudine a cui, anche qui, si deve questo degrado del pensiero e della convivenza. Ma, per riuscirci, non basta indignarsi (restandosene a casa, magari dietro una tastiera da computer o a sfogliare un album di ricordi). Dobbiamo mettere insieme la nostra rabbia e le nostre intelligenze, costituire un grande gruppo di persone credibili e disponibili. Per invertire la rotta di questa navigazione “a vista”, bisogna concepire finalità e strutturarne la realizzazione. Non è proibito puntare ad alti obiettivi. Anzi, è obbligatorio!
Le grandi civiltà – è vero – non nascono in un giorno. Noi, infatti, abbiamo più di tremila anni di storia. E non possiamo andare alla deriva rassegnandoci a quest’inedia da sottosviluppo!
Sento e vedo che molti altri condividono la stessa stanchezza del niente che ci circonda, ma anche la stessa voglia di cambiare questo … destino gattopardesco, di incidere sul corso delle cose, di rimediare a questa deriva delle coscienze. Mettiamoci insieme, dunque. Superiamo gelosie e schieramenti.
Se non avessimo fatto a gara per dividerci, certe mediocrità avrebbero mai preso le redini ?
Se non ci fossimo lasciati sopraffare dalla schifiltoseria e dalla rinuncia, nell’agone politico locale ci sarebbe la stessa fiacca qualità?
Se, nelle votazioni, avessimo fatto funzionare l’intelligenza della sicilianità, non avremmo ottenuto una rappresentanza parlamentare protesa verso i diritti e i bisogni di questa terra ?
Sono tutti interrogativi, non retorici, ai quali si può dare risposta con i fatti. Sono tutti (questi e molti altri) sviluppi possibili. Non certo sogni da visionari.
E, oramai, non possiamo più delegarne la realizzazione ai nostri figli: perché se ne stanno andando via tutti!
Diego Maggio