La Procura di Trapani chiedera' il giudizio immediato per il marito della donna, Salvatore Savalli, e per la sua amante, Giovanna Purpura, entrambi reclusi nella casa circondariale di San Giuliano. Le accuse sono di omicidio preterintenzionale con l'aggravante della crudelta' per Savalli e di concorso in omicidio per Purpura.
Nel caso della donna, secondo gli investigatori, si tratterebbe di concorso materiale, per aver assistito al delitto, e morale, per essere stata a conoscenza da settimane dell'intenzione dell'uomo di assassinare la consorte e per averlo coperto nella primissima fase delle indagini.
La scorsa settimana Anastasi e Savalli si sono confrontati in aula sulla dinamica dell'omicidio, ma ognuno ha continuato ad accusare l'altro.
A luglio fu Savalli a denunciare la scomparsa della moglie: in un primo interrogatorio raccontava ai Carabinieri di essersi trovato in auto, nelle campagne di Erice, con la moglie e i tre figli adolescenti, e di essere sceso dalla macchina per accompagnarli a fare pipì. E’ in quel frangente che avrebbe sentito lo sportello della macchina richiudersi e, tornato sul posto non avrebbe trovato più né l'auto né la moglie. Una versione poco credibile che veniva smentita dagli stessi figli i quali, accusavano il padre di averli convinti a confermare il suo racconto. In realtà, i bambini non erano con i genitori al momento della scomparsa della madre.
Savalli disse di essere andato nella campagna con la moglie, al nono mese di gravidanza, per incontrare la sua amante ed interrompere la relazione extraconiugale che aveva ormai da tempo. Nemmeno questa sarà la versione definitiva dei fatti. Il cadavere di Anastasi veniva ritrovato a circa 20 km dal luogo indicato dal marito. Più tardi Savalli accuserà l’amante di essere colpevole di aver ucciso Maria in un raptus di follia. Ma Purpura dice di aver impedito che il marito l’ammazzasse di botte senza però riuscirci.
Adesso Savalli ha cambiato nuovamente versione: sarebbe stato minacciato da due uomini e costretto ad assistere inerme all'uccisione della moglie. Un ultimo disperato tentativo di tirarsi fuori dalla vicenda, secondo gli inquirenti, che non credono a una parola di quanto dichiarato dall'uomo.
Salvatore Savalli ha negato di avere ucciso la moglie e ha riferito che i fatti sarebbero andati diversamente. Giovanna Purpura, ha raccontato l'operaio, intratteneva una relazione con il fratello, Mario Savalli. C'erano di mezzo anche dei soldi. L'uomo aveva chiesto un prestito. S'era impegnato a consegnare una parte della somma all'amante. Ma Maria Anastasi, moglie di Salvatore Savalli, si sarebbe intromessa generando la reazione di Giovanna Purpura. La donna, risentita, si sarebbe rivolta a persone di sua conoscenza. Gente poco raccomandabile, secondo Salvatore Savalli. L'operaio sarebbe stato avvicinato da due motociclisti. I due uomini, che parlavano con accento palermitano, gli avrebbero intimato di riprendere la moglie. Ma la situazione sarebbe presto degenerata.
Giovanna Purpura avrebbe deciso di uccidere Maria Anastasi. All'omicidio avrebbero anche assistito i due motociclisti. I due uomini avrebbero immobilizzato Salvatore Savalli impedendogli di intervenire in soccorso della moglie. L'operaio sostenne nelle prime ore che la coniuge era stata rapita. Agli inquirenti ha detto di avere mentito perché era succube di Giovanna Purpura, una sorta di mantide in grado di manovrare gli uomini a suo piacimento.
L'operaio ha anche detto di essere stato quasi costretto, in alcuni casi, ad avere rapporti sessuali con la donna. Una versione totalmente inverosimile, secondo gli inquirenti.