Sequestrati beni per 10 milioni di euro. Tutti i particolari e gli aggiornamenti.
13,50 - Dichiara il deputato regionale Antonella Milazzo (Pd): "Esprimo il mio vivo apprezzamento e la mia soddisfazione per i brillanti risultati conseguiti grazie all’operazione delle Forze dell’Ordine e della Magistratura Inquirente che ha portato agli arresti di oggi, nell’ambito dell’operazione “Mandamento”. Operazione di grande rilievo che segna un successo nella lotta la potere finanziario delle cosche mafiose trapanesi.
Il succedersi degli arresti eccellenti fa oggi ben sperare per una ormai prossima e definitiva sconfitta del cancro mafioso.
Il mio augurio è che, in provincia di Trapani, questo ulteriore passo avanti porti ad una reale liberazione delle energie economiche e che tutte le forze sane si ribellino con determinazione a qualsiasi forma di illegalità e prevaricazione, tagliando ogni forma di collaborazione con la criminalità organizzata.
Auspico, inoltre, che i beni oggi sequestrati vengano restituiti al più presto alla collettività e vengano utilizzati per produrre finalmente sviluppo nella legalità".
12,30 - Il Comune di Terrasini invia un comunicato: "In riferimento alla notizia pubblicata in data odierna da vari organi di stampa riguardante l’Operazione antimafia nel Trapanese, condotta dai carabinieri di Trapani e del Reparto operativo speciale di Palermo e Roma, per l'esecuzione di 6 provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti indagati per mafia, tra i quali Salvatore Pizzo, definito consigliere comunale di Terrasini, il presidente del Consiglio Comunale di Terrasini, Giuseppe Caponetti, e l’Amministrazione precisano che Salvatore Pizzo è un ex consigliere comunale. Salvatore Pizzo, infatti, era stato eletto al Consiglio Comunale nelle ultime consultazioni del giugno 2011, ma dopo una sentenza del TAR di Palermo, lo stesso è decaduto dalla carica, assieme ad altri sette consiglieri, nel mese di marzo 2012".
11,30 - Fa molto discutere l'arresto di Santo Sacco, consigliere provinciale del Pdl, vicino al Sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi. Sacco è subentrato in consiglio provinciale a Duilio Pecorella, quando questi è stato nominato assessore da Turano. Prima era consigliere comunale a Castelvetrano, eletto nella lista della Democrazia Cristiana. E' stato anche per anni sindacalista della Uil. Secondo gli investigatori Sacco avrebbe ricevuto sostegno dalla cosca di Messina Deanro, e sarebbe stato anche uno dei distributori dei pizzini a lui destinati.
10,20 - Oltre agli interessi nel campo delle energie rinnovabili, le indagini hanno accertato la dazione di denaro richiesta da Sacco, quando era consigliere comunale, per favorire l’approvazione della convenzione che il Comune di Castelvetrano avrebbe dovuto stipulare con una societa’ interessata alla realizzazione di un parco eolico; l’esistenza di un progetto, sostenuto da Sacco e Forte, di realizzare un distributore di carburanti da impiantare su un terreno di proprieta’ di Rosalia Messina Denaro, moglie dell’affiliato Filippo Guttadauro e sorella del ricercato trapanese; l’assistenza economica fornita ai detenuti ed alla loro famiglie nonchè agli affiliati tornati in liberta’ dopo lunghi periodi di detenzione; il collegamento operativo realizzato dall’imprenditore Angelo con cosa nostra palermitana, attraverso i contatti con Salvatore e Sandro Lo Piccolo (all’epoca latitanti) finalizzati all’attuazione di comuni strategie nel campo dei lavori pubblici e privati; il trasferimento fraudolento delle quote della societa’ “Ecolsicula” alla “Spallino Servizi”, intestate a prestanome ed in realta’ nella disponibilita’ del detenuto Antonino Nastasi, organico alla famiglia mafiosa di Castelvetrano e indicato dai collaboratori di giustizia quale anello della catena di ‘postini’ che in passato avrebbe curato il recapito dei messaggi a Messina Denaro
09:45 - Il provvedimento, firmato dal gip Giuliano Castiglia, ha portato in carcere anche due esponenti politici: Santo Sacco, consigliere della Provincia di Trapani per il Pdl, e Salvatore Pizzo, consigliere comunale di Terrasini (Palermo). Entrambi sono accusati di aver sostenuto gli affari dell'imprenditore Salvatore Angelo e di Cosa nostra. Manette per Gaspare Casciolo, ritenuto il capo della famiglia mafiosa di Salemi; per Paolo Rabito e Gioacchino Villa, altri esponenti del clan.
09,00 - Ai suoi collaboratori diceva: "Matteo è un grande amico mio, anche se per adesso non ci posso andare a incontrarlo". L'imprenditore Salvatore Angelo, originario di Salemi (Trapani), si vantava di essere un fedelissimo del superlatitante di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro: le microspie dei carabinieri l'hanno sorpreso mentre dava disposizioni per girare al capomafia una parte dei guadagni ottenuti con l'ennesimo parco eolico in Sicilia. Salvatore Angelo era un vero e proprio ras del settore: attraverso la sua rete di società controllava decine di progetti e cantieri per la realizzazione di impianti di energia pulita in Sicilia.
08,30 - I carabinieri hanno arrestato nelle province di Trapani e Palermo sei persone con l'accusa di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni corruzione aggravata e altri delitti. Eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore stimato di 10 milioni di euro.
Al centro delle indagini del Ros e del comando provinciale di Trapani l'infiltrazione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi in attivita' economiche del settore delle energie rinnovabili, realizzata attraverso la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione di impianti di eolici e fotovoltaici nelle province di Agrigento, Palermo e Trapani.I proventi venivano in parte utilizzati per sostenere la latitanza del Matteo Messina Denaro. Il decreto di sequestro preventivo riguarda la societa' "Salemitana calcestruzzi s.r.l.", con sede a Salemi, e la "Spallino servizi s.r.l.", con sede a Castelvetrano, ritenute riconducibili alle famiglie mafiose indagate. I provvedimenti scaturiscono da una complessa attivita' investigativa avviata nel maggio 2007 dal Nucleo Investigativo di Trapani, coordinata dalla procura distrettuale antimafia di Palermo, in direzione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi, integrata dalle indagini sulla retecollegata al superlatitante.
E' finito in manette il re dell'eolico siciliano, accusato di essere la longa manus di Cosa Nostra nel business delle energie rinnovabili. I pm della Procura distrettuale antimafia ritengono di aver documentato l'infiltrazione mafiosa nelle attivita' economiche delle provincie di Trapani, Agrigento e Palermo e il controllo di una fitta rete di societa' riconducibili all'imprenditore Salvatore Angelo di Salemi. Coinvolto anche l'ex consigliere comunale di Castelvetrano Santo Sacco.
L'infiltrazione nel settore delle energie alternative, favorita, dunque, da collusioni con esponenti di rilievo dell'imprenditoria e dell'amministrazione pubblica, spaziava dal controllo delle imprese deputate allo sviluppo degli impianti di energia eolica a quello della realizzazione e produzione di energia solare, fino ad evidenziare l'interesse di Cosa nostra per biomasse. Pedina fondamentale l'imprenditore Salvatore Angelo, intorno al quale ruotava il sistema societario con cui l'organizzazione mafiosa si e' infiltrata direttamente nel circuito produttivo e, in particolare, nei progetti di realizzazione dei parchi eolici di "San Calogero" di Sciacca, "Eufemia" di Santa Margherita Belice e Contessa Entellina; "Mapi", di Castelvetrano e Montevago, nonche' del parco fotovoltaico di Ciminna.
Il ruolo di Angelo era, infatti, quello di curare che una percentuale dei proventi derivanti dallo sviluppo delle predette attivita' venisse destinata all'associazione mafiosa e segnatamente al latitante Messina Denaro. L'operazione, denominata 'Mandamento', ha cosi' documentato come la struttura criminale fosse riuscita ad inserirsi nei lavori di costruzione delle opere, tramite l'affidamento diretto alle imprese di Salvatore Angelo, nonche' attraverso la parallela pressione criminale dell'organizzazione
Numerose le intimidazioni ai danni di imprese concorrenti e da una sistematica attivita' estorsiva nei confronti di operatori economici di settore; e l'estromissione della societa' dell'imprenditore Melchiorre Saladino da un progetto di realizzazione di un parco eolico da realizzare in provincia di Catania, concordato Sacco con l'esponente mafioso di Castelvetrano Paolo Forte, inserito nella rete di relazioni del capomafia latitante nonche' 'figlioccio' di cresima dello stesso, tanto da avergli fornito, nella fase iniziale della latitanza, la propria carta d'identita'.
Oltre agli interessi nel campo delle energie rinnovabili, le indagini hanno accertato la dazione di denaro richiesta da Sacco, quando era consigliere comunale, per favorire l'approvazione della convenzione che il Comune di Castelvetrano avrebbe dovuto stipulare con una societa' interessata alla realizzazione di un parco eolico; l'esistenza di un progetto, sostenuto da Sacco e Forte, di realizzare un distributore di carburanti da impiantare su un terreno di proprieta' di Rosalia Messina Denaro, moglie dell'affiliato Filippo Guttadauro e sorella del ricercato trapanese; l'assistenza economica fornita ai detenuti ed alla loro famiglie nonche' agli affiliati tornati in liberta' dopo lunghi periodi di detenzione.
E ancora: il collegamento operativo realizzato dall'imprenditore Angelo con cosa nostra palermitana, attraverso i contatti con Salvatore e Sandro Lo Piccolo (all'epoca latitanti) finalizzati all'attuazione di comuni strategie nel campo dei lavori pubblici e privati; il trasferimento fraudolento delle quote della societa' "Ecolsicula" alla "Spallino Servizi", intestate a prestanome ed in realta' nella disponibilita' del detenuto Antonino Nastasi, organico alla famiglia mafiosa di Castelvetrano e indicato dai collaboratori di giustizia quale anello della catena di 'postini' che in passato avrebbe curato il recapito dei messaggi a Messina Denaro; il luogo in cui il padre del superlatitante Francesco negli ultimi anni 80, trascorse parte della latitanza, individuandolo in un casolare nelle compagne di Castelvetrano.
Ecco il comunicato dei carabinieri:
Nella mattinata odierna i Carabinieri del Comando provinciale di Trapani e del R.O.S., hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano (TP) e Salemi (TP), indagati, a vario titolo, per associazione di tipo mafioso, estorsione, corruzione aggravata, favoreggiamento aggravato, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e fittizia intestazione di beni.
Contestualmente, è stato eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni per un valore stimato di 10 milioni di euro costituenti l’intero capitale sociale delle società “SALEMITANA CALCESTRUZZI S.r.l.”, con sede a Salemi e la “SPALLINO SERVIZI S.r.l.”, con sede a Castelvetrano, ritenute riconducibili alle famiglie mafiose indagate.
I provvedimenti restrittivi scaturiscono da un'articolata attività investigativa avviata nel maggio 2007 dal Nucleo Investigativo di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, in direzione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi, integrata da convergenti acquisizioni del Raggruppamento nei confronti di alcuni soggetti intranei al circuito relazionale facente capo al latitante MESSINA DENARO Matteo.
L’indagine ha consentito di documentare l’infiltrazione di Cosa Nostra nelle attività economiche delle provincie di Trapani, Agrigento e Palermo, attraverso la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione degli impianti di produzione delle energie rinnovabili, i cui proventi venivano in parte destinati alle esigenze di sostentamento del latitante castelvetranese.
È stato accertato come l’organizzazione fosse in grado di monitorare le opere di maggiore rilevanza sul territorio, mediante il sostegno dell’allora consigliere comunale di Castelvetrano SACCO Santo , intervenendo nella loro esecuzione attraverso una fitta rete di società controllate dall’imprenditore ANGELO Salvatore di Salemi.
L’infiltrazione nel settore delle energie alternative, favorita pertanto da rapporti collusivi con esponenti di rilievo dell’imprenditoria e dell’amministrazione pubblica, ha abbracciato diversificati ambiti di intervento, spaziando dal controllo delle imprese deputate allo sviluppo degli impianti di energia eolica a quello relativo alla realizzazione e produzione di energia solare, fino ad evidenziare l’interesse di cosa nostra per le cd. "biomasse".
In tale contesto, pedina fondamentale è risultato l’imprenditore Salvatore ANGELO, intorno alla quale ruotava il sistema societario con cui l’organizzazione mafiosa si è infiltrata direttamente nel circuito produttivo e, in particolare, nei progetti di realizzazione dei parchi eolici di “San Calogero” di Sciacca (AG), “Eufemia” di Santa Margherita Belice (AG) e Contessa Entellina (PA); “Mapi”, di Castelvetrano (TP) e Montevago (AG), nonché del parco fotovoltaico di Ciminna (PA). Il ruolo dell’ANGELO era, infatti, quello di curare che una percentuale dei proventi derivanti dallo sviluppo delle predette attività venisse destinata all'associazione mafiosa e segnatamente al latitante MESSINA DENARO Matteo.
L’attività ha documentato come la struttura criminale fosse riuscita ad inserirsi nei lavori di costruzione delle opere, tramite l’affidamento diretto alle imprese di Salvatore ANGELO nonché attraverso:
- la parallela pressione criminale dell’organizzazione, testimoniata da numerosi episodi intimidatori ai danni di imprese concorrenti e da una sistematica attività estorsiva nei confronti di operatori economici di settore;
- l’esautoramento della società dell’imprenditore Melchiorre SALADINO da un progetto di realizzazione di un parco eolico da realizzare in provincia di Catania, concordato dal SACCO con l’esponente mafioso di Castelvetrano (TP) Paolo FORTE , personaggio inserito nella rete di relazioni del capomafia latitante nonché figlioccio di cresima dello stesso, tanto da avergli fornito, nella fase iniziale della latitanza, la propria carta d’identità.
Oltre agli interessi nel campo dell’energie rinnovabili, le indagini hanno accertato:
- la dazione di denaro richiesta dal SACCO – allorquando era consigliere comunale – per favorire l’approvazione della convenzione che il Comune di Castelvetrano avrebbe dovuto stipulare con una società interessata alla realizzazione di un parco eolico;
- l’esistenza di un progetto – attivamente sostenuto da Santo SACCO e Paolo FORTE – di realizzare un distributore di carburanti da impiantare su un terreno di proprietà di Rosalia MESSINA DENARO, moglie dell’associato mafioso Filippo GUTTADAURO e sorella del ricercato trapanese;
- l’assistenza economica fornita ai detenuti ed alla loro famiglie nonché ai sodali ritornati in libertà dopo lunghi periodi di detenzione;
- il collegamento operativo realizzato da ANGELO Salvatore con cosa nostra palermitana, attraverso i contatti con Salvatore e Sandro LO PICCOLO (all’epoca latitanti) finalizzati all’attuazione di comuni strategie nel campo dei lavori pubblici e privati.
- il trasferimento fraudolento delle quote della società “Ecolsicula” alla “Spallino Servizi”, intestate a prestanome ed in realtà nella disponibilità del detenuto NASTASI Antonino, organico alla famiglia mafiosa di Castelvetrano (TP) ed indicato dai collaboratori di giustizia quale anello della catena di messaggistica che in passato avrebbe curato il recapito dei messaggi a MESSINA DENARO Matteo;
- il luogo in cui MESSINA DENARO Francesco negli ultimi anni 80, trascorse parte della latitanza, individuandolo in un casolare nelle compagne di Castelvetrano.
Nello stesso contesto, come detto, è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, delle quote delle società SALEMITANA CALCESTRUZZI s.r.l., con sede in Salemi (TP), facente capo ai citati ANGELO Salvatore e della SPALLINO Servizi s.r.l., con sede in Castelvetrano (TP), nelle disponibilità del citato NASTASI Antonino.
Ulteriori particolare verranno resi noti nella conferenza stampa che si terrà presso il Palazzo di Giustizia di Palermo alle ore 11.00