Il 24 Novebre abbiamo riempito le piazze, insieme agli insegnanti, in concomitanza con la giornata di sciopero del mondo della scuola per lancia re un messaggio di unità e di difesa del mondo dell’istruzione pubblica. Grazie alle nostre battaglie è stato respinto il progetto di legge Aprea che prevedeva la distruzione della democrazia nelle scuole e l'ingresso dei privati nei consigli di istituto. Abbiamo difeso i nostri diritti, conquistati in anni e anni di battaglie, che ci garantiscono la possibilità di esprimerci con i nostri spazi democratici. Una vittoria di tutti gli studenti che non si sono mai arresi e sono scesi in piazza per difendere la propria scuola, il proprio futuro. Ma questo non ci basta perché i problemi della scuola rimangono immutati. Non esiste una legge nazionale e regionale sul diritto allo studio che garantisca l'accesso al sapere a tutti e tutte. Le scuole continuano a caderci addosso e una scuola su due non è a norma. La didattica è ancora ferma agli anni '50 e spesso i servizi fondamentali per gli studenti sono completamente assenti. La nostra generazione viene considerata la generazione perduta, quella senza futuro, quella che avrà l'accesso al mondo dell'università sbarrato dai test d'ingresso e dal numero chiuso, quella che se avrà un lavoro lo avrà precario e senza garanzie, quella che non avrà una pensione. In questo momento nelle nostre scuole stiamo facendo occupazioni, autogestioni e assemblee in cui discutiamo anche del nostro modello di società, del nostro modello di scuola, di cosa vogliamo dal nostro futuro perché siamo fermamente conviti che si debba ripartire proprio da un modello democratico e partecipativo, dall'ascolto di chi ha pagato in questi anni una crisi che non ha causato. Vogliamo ripartire dal mondo della scuola e dell’università, dal diritto allo studio, da una diversa idea di futuro sostenibile e fondato sui diritti. Vogliamo essere il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo perché ancora oggi vogliamo essere protagonisti di una grande fase di cambiamento. Siamo stati e continueremo ad essere nelle piazze perché sentiamo la responsabilità di dover far vedere il cambiamento che vogliamo come alternativa concreta e sostenibile, con idee forti e proposte concrete. La nostra mobilitazione non si ferma perché perché siamo stanchi dei continui tagli alla scuola pubblica e dell’assenza di un progetto di vero cambiamento. Il 6 Dicembre saremo ancora una volta in piazza al fianco dei lavoratori per un mondo diverso, che parta da noi, dalle nostre esigenze, che metta le basi sulla democrazia, sul lavoro, sull'Istruzione Pubblica, sulla cultura. Saremo in piazza proprio con i lavoratori per abbiamo le stesse rivendicazioni, perché i diritti che vogliono togliere a loro sono gli stessi diritti che vogliono togliere a loro, perché insieme vogliamo difendere la democrazia sia nelle scuole che nei luoghi di lavoro. Saremo in piazza per dimostrare che i diritti sono alla base della nostra idea di cambiamento. L'appuntamento è a Palermo, alle ore 9,30 a Piazza Marina. E' previsto l'arrivo di delegazioni di studenti anche dalle altre province.
UFFICIO STAMPA RETE DEGLI STUDENTI MEDI SICILIA