Quantcast
×
 
 
03/12/2012 22:47:06

Scrive Angela Guercio, sulla vergogna dell'Ilva

Non è mia intenzione fare la storia o la cronaca del caso ILVA, non credo serva a nessuno, voglio piuttosto richiamare l’attenzione su una serie di considerazioni e, perché no?, di sentimenti che da cittadina, da italiana pensante, sento il bisogno di esternare e condividere.
Lo spettacolo dei lavoratori dell’ILVA che rivendicano il sacrosanto diritto al lavoro da una parte e quello di una cittadinanza condannata a morire di cancro dall’altra parte pesano sulla mia coscienza, se pure personalmente non ho colpa alcuna in questa tragedia.
La mattanza delle pecore mostrata ieri sera nella trasmissione di Santoro, metafora di una mattanza, meno evidente, quella dei morti di cancro, mi ha richiamato alla mente i versi di Umberto Saba
”in una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
Saba si riferisce, oltre che al dolore esistenziale dell’uomo, allo sterminio degli ebrei operato dal nazifascismo: ebbene, dinanzi al dramma della shoah tutti, politici e non, tranne i negazionisti, si professano determinati a tenerne viva la memoria affinché simili stermini non abbiano più a verificarsi, tutti, politici e non, sono pronti a condannare i responsabili.
Voglio urlare la mia indignazione per l’ipocrisia e la doppiezza dell’uomo in generale, e di tutta la classe politica in particolare, i cui rappresentanti non possono e non devono permettersi questo bi frontismo scandaloso. Da un lato si mostrano contriti dinanzi ad un eccidio, che, se pure scritto con lettere di sangue nella memoria storica, non può più essere evitato, dall’altro lato (è ormai sotto gli occhi di tutti) sono colpevoli di uno sterminio in atto, quello di Taranto, colpevoli di essere stati ciechi, inerti, volutamente complici, colpevoli di non aver denunciato , di non aver operato perché fosse almeno arginato, se non impedito, colpevoli di aver permesso ad un imprenditore senza scrupoli di produrre, lucrare mettendo a repentaglio la vita di un’intera città.
 Confermando gli arresti domiciliari per Emilio Riva, per suo figlio Nicola e per l'ex dirigente dello stabilimento Luigi Capogrosso, scrive il gip di Taranto Patrizia Todisco: «Chi gestiva e gestisce l'IlVA, ha continuato in tale attività inquinante con coscienza e volontà per la logica del profitto, calpestando le più elementari regole di sicurezza»
Chi ha permesso con il silenzio e con l’inerzia che ciò avvenisse o è incapace o è complice e per questo è indegno sia in un caso che nell’altro di continuare a guidare il Paese.
Auspico che la magistratura vada oltre nelle indagini e nella ricerca delle responsabilità della politica e che chi ha responsabilità risponda penalmente e civilmente per reati così gravi.
Nell’immediato però la morte di tanti innocenti grida vendetta, così come il disagio di quei lavoratori che, fermando l’ILVA, perdono il lavoro e con esso la dignità di uomini e cittadini.
Penso sia dovere morale di tutti noi cittadini diffidare dall’esercizio della politica e dalla gestione delle nostre sorti questa classe dirigente che ha commesso errori così gravi e non ha nemmeno il coraggio di assumersi le proprie responsabilità davanti all’opinione pubblica.
 È inaccettabile che Bersani, che si candida a guidare il Paese dica: “Basta, la storia del finanziamento elettorale è storia vecchia”. Il tempo estingue forse eventuali colpe o anche semplici leggerezze?
Abbiamo il diritto di sapere e Bersani dovrebbe fornire spiegazioni non solo ai suoi elettori, ma a tutti noi italiani, dovrebbe dire di più sul finanziamento dei Riva. Come dice Travaglio, “Si è mai domandato Bersani, dato che Emilio Riva – condannato per omicidio colposo plurimo e disastro colposo – finanziò la sua campagna elettorale nel 2006 con 98 mila euro, perché scelse lui e non i Ds? Non sarebbe stato opportuno rifiutare quei soldi?”
È riprovevole, indegno di una società civile quanto avviene a Taranto.
Lo stesso giudizio inesorabile di condanna senza attenuanti che ricade sui Riva, deve essere rivolto ai politici, della maggioranza e dell’opposizione, che hanno permesso ai Riva di operare.
Lo stesso giudizio inesorabile di condanna ricade sui sindacati, che hanno strumentalizzato e taciuto, su certa stampa, che ha sdrammatizzato, sminuito la portata del problema, sull’opinione pubblica stessa che ha ignorato o poco considerato.
Lo stesso giudizio rischia di ricadere anche su quei cittadini che col voto continueranno a dare la possibilità di governare il Paese ad una classe politica che ha dato così scarsa e indegna prova di sé, che tanti guasti ha causato e che altri potrebbe continuare impunemente a provocare.
Le lacrime mostrate dallo schermo, lacrime di chi prova il dolore dello strappo di una morte volutamente determinata , lacrime di chi sente l’ingiustizia di un lavoro negato, lacrime di chi si sente scippato di un suolo fertile e perfino dell’aria pura per respirare, le lacrime di una città devastata e violentata devono spingere tutti a cospargersi il capo di cenere, a fare ammenda , a pensare che non c’è sviluppo o crescita sociale ove siano assenti i valori etici, ove siano negati, violati, strumentalizzati i più elementari diritti umani, a volere un radicale e vero cambiamento sociale, a restituire all’Italia la sua dignità ed agli italiani un Paese normale.
Credere nel nuovo è un rischio, nessuno ci assicura che il nuovo sia più capace o migliore, ma almeno non si ha sulla coscienza la responsabilità di sentirsi complici di crimini già commessi e si può nutrire la speranza di un rinnovamento che non sia solo anagrafico, ma soprattutto etico e valoriale.


Angela Guercio
 



Native | 2024-07-16 09:00:00
https://www.tp24.it/immagini_articoli/24-03-2021/1616566080-0-etna-un-altra-eruzione-fontane-di-lava-e-boati-il-video.jpg

Guida sicura: a cosa stare attenti in estate?

L'estate è una stagione di svago e avventure, con le sue giornate lunghe e il clima caldo che invogliano a viaggiare e trascorrere più tempo all'aperto. Tuttavia, con l'aumento del traffico e le condizioni stradali a volte...