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01/12/2012 07:37:34

Roberto Tumbarello ha presentato a Marsala "Si salvi chi può"

 L'ultima volta che l'ho incontrato, é stato in occasione della morte di mio cugino Giacomo, che con lui aveva un rapporto di amicizia fin dalle scuole. Ero il più giovane della loro compagnia. Ero al ginnasio e loro all'università. Erano, assieme ad altri, la gioventù dorata. Giacomo divenne notaio, Roberto giornalista di fama e adesso scrittore, un altro, Andrea Sorrentino, magistrato che passò a fare il notaio, altri avvocati, imprenditori, politici. Ricordo che Roberto era tra gli amici più assidui di Giacomo, assieme ad Andrea Sorrentino e Roberto Curatolo. Alle volte la sera aveva fame e chiedeva senza mezzi termini alla domestica di fargli due uova al tegame. Era talmente familiare nelle nostre case che quando é morta mia madre, benché non ci vedessimo da trent'anni, mi inviò una lettera manoscritta piena di ricordi, che mi commosse e che devo avere conservata da qualche parte. I trent'anni di nostra lontananza furono dovuti a una doppia partenza. Lui per Palermo e Roma; io per la mia carriera di segretario comunale per quattro regioni d'Italia. Tornavamo tutti e due ogni tanto a Marsala, ma non c'incontravamo più. Un'altra stagione della vita ci aveva ingoiato e allontanati. Lui questo pomeriggio é tornato da scrittore, io sono pensionato.
 Questo libro l'ho comprato e lo leggerò. Ci scriverò su anche qualcosa. Ora voglio scrivere ancora di ricordi.
Roberto é la prova evidente che ho ragione quando dico a mia figlia di far imparare le lingue ai suoi bambini. Roberto ne conosceva allora tre, l'italiano, il francese e l'inglese, oltre il dialetto naturalmente. Sua madre era insegnante di francese, suo padre di inglese. Ora forse conosce altre lingue, ma allora parlava indifferentemente francese e inglese. Credo che questo abbia favorito la sua carriera di giornalista. Ha intervistato re e regine, papi e rivoluzionari. Suo padre sembrava inglese nei modi. Un suo allievo mi ha ricordato che talvolta con fair play chiedeva a un allievo di dare uno schiaffo a un vicino di banco che disturbava. "Poi te lo restituisco", aggiungeva. A un altro alunno che protestava perché lui gli voleva mettere 2 sul registro, dicendo:"Ma che c'entra, professore?", rispondeva freddo: "C'entra e te lo metto", scrivendolo appunto dentro la casella.
Questo pomeriggio é stato presentato dal notaio Giorgio Salvo, che da qualche anno mostra interesse all'arte, e presiede l'Ente Mostra di Pittura. Una presentazione tecnica l'ha fatta Antonella Ingrassia, molto elogiativa. Forse troppo, se l'autore ha detto di sentirsi emozionato e di non poter rispondere. Emozione vera o escamotage per togliere l'imbarazzo? Dal pubblico un conoscente, l'avv. Diego Maggio, vorrebbe approfondire il senso della marsalesità con un discorso complicato e di difficile interpretazione, ma Roberto sa districarsi egregiamente con risposte semplici e sensate a domande importanti e imbarazzanti.
Roberto é stato un ottimo presentatore del suo libro, meglio del notaio, meglio di Antonella Genna. Una sola cosa penso che abbia sbagliato: di ritenere che da Marsala possa partire la riscossa cultural - politica dell'Italia, attraverso i notai, i Rotary Club e i Lions Club. Eh no, caro Roberto. Penso che nel tuo libro potresti aggiungere un capitolo su questi presunti artefici della riscossa nazionale. Nel "si salvi chi può" non si salvano nemmeno loro.
Leonardo Agate