Ad accusare il prete è il 35enne P.L.C., che lo scorso 18 giugno, ascoltato dal Tribunale in videoconferenza dalla Germania, dove si è trasferito per ragioni di lavoro, ha ribadito che don Vito, sette anni fa, lo invitò in canonica, a San Leonardo, per prendere un caffè e che mentre era «stordito» (l’uomo ha sempre avuto il sospetto che nel caffè sia stato messo del sonnifero) avrebbe tentato di abusarne sessualmente. «Ad un tratto - ha detto P.L.C. - don Vito mi ha aggredito». Lui, però, è riuscito a divincolarsi e a fuggire. Accuse respinte sempre dalla difesa "non fosse altro - ha detto il legale di Caradonna - che è improbabile che in una sostanza eccitante come il caffè si metta del sonnifero. Piuttosto l'imputato era noto perché chiedeva denaro ai preti...".
"Non è vero - ha ribattuto P.L.C. - che ho chiesto del denaro per non sporgere denuncia». Nel corso del processo, infatti, è stato ascoltato anche l’allora vescovo di Mazara Calogero La Piana, che in aula ha dichiarato: «Fui avvicinato da un uomo che mi disse di essere stato vittima di un tentativo di violenza sessuale da parte di don Vito Caradonna, ma che era disposto a chiudere la vicenda se indennizzato con una somma di denaro. Non diedi peso a quell’accusa e non feci denuncia».
Tra i punti della difesa c'è anche il fatto che ai tempi, secondo quanto detto da Caradonna, la canonica dove è stato commesso il reato doveva essere ancora ristrutturata, ed era senza mobili e porte. Caradonna, intervenendo nel processo nel 2009 ha raccontato di avere incontrato il suo accusatore solo occasionalmente, quando era vice parroco alla Chiesa Madre (fino al novembre 2004), quando andava a prendere il caffè («assieme a qualche amico») in un bar di piazza della Repubblica. Epoca dei fatti contestati a don Vito - attualmente accusato anche per circonvenzione di incapace in un'inchiesta scaturita da una sua dipendenza da "Gratta e Vinci" - è il febbraio 2005. Parte civile e difesa interverranno nell’udienza del 21 gennaio, quando potrebbe essere emessa la sentenza. A difendere Caradonna è l'avvocato Rosa Tumbarello, mentre ad assistere la presunta vittima, costituitasi parte civile, è l'avvocato Gianfranco Zarzana.
AUGUGLIARO AI DOMICILIARI. E’ stato scarcerato ed è agli arresti domiciliari il trapanese Emanuele Augugliaro arrestato il 24 ottobre scorso in flagranza di reato dagli uomini della Sezione di Polizia Giudiziaria del Corpo Forestale in servizio presso la Procura di Trapani Augugliaro veniva sorpreso nel suo taxi di servizio, appartato in riva al mare nella spiaggetta vicino lo stabilimento Castiglione a San Cusumano, mentre abusava di una giovane 24enne V.S., affetta da minorazione psichica. L' accusa è di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, violenza sessuale, atti osceni in luogo pubblico e spaccio.