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28/11/2012 05:09:21

La Sicilia e i suoi tesori invisibili: il Giovinetto di Mozia a Malibu, l'Efebo di Selinunte a Shangai, il Satiro a Londra...

L'ultimo turista deluso è stato Adriano Sofri: è venuto a vede il Giovinetto di Mozia e il Satiro di Mazara, e non li ha trovati. Perchè non solo le opere d'arte non ci sono, ma nessuno informa i turisti, i gruppi,le scolaresche che la loro fatica è vana. Così  accade che i turisti che pianificano una visita in Sicilia in giro per musei, possano rimanere delusi.
La lista delle opere eccellenti fuori sede — anche quelle che in realtà non potrebbero partire, perché iscritte in una lista di beni “inamovibili”, secondo la direttiva assessoriale del 23 maggio 2007 — è lunga: l’Efebo di marmo del museo di Mozia, e che è stato inviato a Londra in seguito ad accordi di scambio in occasione delle Olimpiadi, è adesso a Malibu, al Museo Getty, dove sarà in mostra fino all’aprile 2013; la licenza di espatrio è stata firmata però fino all’agosto del 2013, e nel caso in cui il nuovo assessore regionale ai Beni culturali (assente in questo momento di transizione) vorrà, potrà firmare la proroga che lo vedrà ancora in circolazione fino al 2014, a Cleveland dove sarebbe atteso con l’intera mostra in questo momento allestita al Getty.
Il periodo massimo di assenza delle opere preventivato dal codice dei Beni culturali è di diciotto mesi, ma in realtà non essendo attiva la Consulta dei Beni culturali, la decisione spetterà esclusivamente all’assessore regionale, quando verrà nominato.
L’Efebo di Selinunte si trova a Shanghai esposto in occasione della mostra organizzata dalla Triennale, che chiuderà il 31 gennaio 2013: ma è stata firmata una proroga fino al 28 febbraio, per dare il tempo di smontare e rispedire l’opera. Insieme all’Efebo, sono a Shanghai cinque dipinti provenienti dalla Galleria di arte moderna di Palermo, due opere di Francesco Lojacono, e tre tele di Antonino Leto, Ettore De Maria Bergler e Niccolò Giannone.

Il Satiro danzante, scultura di straordinaria bellezza attribuita alla scuola di Lisippo, da Mazara del Vallo è volata a Londra, per una mostra sui bronzi alla Royal Academy: insieme al Satiro, è a Londra per la medesima esposizione l’Ariete conservato al Museo archeologico Salinas di Palermo.
Il museo Salinas, custode delle metope di Selinunte e della Pietra di Palermo, a sua volta è chiuso dal luglio 2009: l’apertura, prevista per la fine di quest’anno, slitta
 di un paio di mesi, data ancora da determinare.
La mostra di Londra chiuderà il 9 dicembre, ma è ancora in bilico il ritorno dell’Ariete — descritto da Wolfgang Goethe nel suo “Viaggio in Sicilia” e ritratto nelle incisioni di Jean Hoeul — che potrebbe nuovamente partire e andare a Los Angeles per una mostra dell’anno prossimo.

La cosa bella è che sia il Satiro, che  l’Auriga fanno parte del nucleo delle ventuno opere inamovibili, ma proseguono a viaggiare con permessi speciali che le vedono partire per lunghi periodi, anche a seguito di scambi con altre opere o mostre provenienti da musei internazionali. "Le opere siciliane non viaggeranno più" fu l'annuncio dato nel 2007 dall'allora Presidente della Regione, Totò Cuffaro. Si è visto. La decisione fu  presa in seguito al deludente risultato in termini di ritorno economico della trasferta giapponese nel 2007 del Satiro, che non avrebbe solleciatato come si sperava, gli abitanti giapponesi a visitare la Sicilia.

Oltre alla scarsità dei flussi turisti indotti, sulla decisione di smettere col prestito delle opere d’arte sicialiana, grava anche la spinosa questione del mancato ritorno della Venere di Morgantina,  che il Getty Museum di Malibù tardò a restituire. Inoltre mentre i capolavori  sicialiani sono richiestissimi dai musei di tutto il mondo protagonisti dei maggiori eventi espositivi, le istituzioni estere in cambio non inviano nei musei siciliani altrattanti capolavori. 



Native | 2024-10-02 09:00:00
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