Lo ha rivelato il Prorucatore Capo di Trapani, Marcello Viola: “In risposta alla nostra istanza di rogatoria, abbiamo ricevuto una nota della Santa Sede, con allegati alcuni documenti, e stiamo valutando se e’ esaustiva”. Viola ha precisato: “Siamo alla fase di studio. La mole di carte relativa all’inchiesta è corposa. Ma credo che i tempi per la chiusura delle indagini non saranno lunghi”.
Quattordici gli indagati, tra cui l’ex direttore dell’ufficio amministrativo della Diocesi, don Ninni Treppiedi, sospeso “a divinis”, a cui vengono contestati diversi reati, tra cui falso ideologico, frode informatica, appropriazione indebita di beni, calunnia.
Il procuratore non ha escluso la possibilità che un secondo filone d’inchiesta resti aperto. “Non sappiamo ancora – ha aggiunto – se chiuderemo l’indagine in un’unica soluzione” .
Del caso si occupano i sostituti Paolo Di Sciuva e Massimo Palmeri che con gli investigatori della sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza stanno esaminando gli atti.
A seguito dello scandalo che ha investito la curia e dopo una visita apostolica compiuta dal vescovo di Mazara del Vallo Domenico Mogavero, lo scorso 19 maggio la Santa Sede aveva sollevato dal suo incarico l’allora vescovo della Diocesi, Francesco Miccichè, - che comunque, in questo procedimento penale è parte offesa - nominando amministratore apostolico della Curia monsignor Alessandro Plotti, arcivescovo emerito di Pisa.
Il procedimento è nei confronti di "Treppiedi Antonino, nato ad Erice il il 17.6.1975, + 10, per i delitti di truffa aggravata, ricettazione, occultamento e soppressione atti pubblici, falso pubblico per induzione, appropriazione indebita, diffamazione nei confronti di don Saverio Renda e mons. Francesco Micciché, stalking, diffamazione e calunnia nei confronti di Mons. Micciché ed altro". L'indagine parte da alcuni ripetuti articoli giornalistici sulla vicenda della fusione della Fondazione Auxilium e Campanile - volti a sollevare, come accertato all’esito delle indagini, un presunto e pretestuoso scandalo nei confronti dell’Ordinario Diocesano di Trapani, mons. Francesco Micciché, il quale secondo tali articoli, avrebbe sottratto nell’ambito della fusione in oggetto circa un milione di euro. La circostanza - secondo il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Trapani - risulta totalmente destituita di fondamento e falsa, perché finalizzata a promuovere ed ottenere - da parte di un gruppo di soggetti facenti riferimento al presbitero don Treppiedi - la rimozione per indegnità del Vescovo di Trapani, reo, nelle more, di essersi avveduto di taluni comportamenti illeciti da parte del presbitero stesso, il quale non ha esitato ad utilizzare come strumento di pressione e di ritorsione la minaccia di trascinare in pretestuosi scandali le autorità religiose, locali e non.