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24/11/2012 21:04:44

Sanità: alla Sicilia 8 miliardi di euro, in ritardo

 Su un totale di oltre 105 miliardi alle Regioni del Sud ne vanno meno di 35, una cifra ancor più bassa del peso naturale che ha quest'area in base alla popolazione residente. La parte del leone nel Mezzogiorno la fanno, com'è tradizione, anche perché si tratta delle Regioni più popolose, la Campania che ottiene 9 miliardi e mezzo, la Sicilia che ne avrà 8,4 e la Puglia con 6,8 miliardi. Questi finanziamenti sono incassati con quasi un anno di ritardo, per di più con una dotazione ridotta di circa un miliardo, dopo i tagli imposti dal governo Monti attraverso la spending review: per cui il fondo sanitario, che ammontava a circa 109 miliardi, è sceso a 108.
ACCORDO - Ma le Regioni hanno raggiunto un accordo solo sul riparto di 105 miliardi, perché circa 3 miliardi hanno destinazioni ben precise, vincolate o legate a progetti speciali, quali gli Istituti zooprofilattici, la medicina penitenziaria, la Croce rossa, il Centro nazionale trapianti e altri. I criteri rispecchiano quelli del 2011, in quanto è stata rinviata per l'ennesima volta l'introduzione della misura dei costi standard, basata sulle spese delle Regioni più virtuose che avrebbe dato vita a una sorta di benchmark al quale anche le altre si sarebbero dovute adeguare. Se attuata, sarebbe stata una prima forma di federalismo fiscale: ennesima fumata nera, per cui se ne riparlerà nel 2013. In ogni caso, i vecchi criteri non soddisfano pienamente le Regioni meridionali, alle quali era stata promessa l'introduzione, da queste sollecitata da tempo, di nuovi criteri socioeconomici, in base alla cosiddetta ‘‘deprivazione'', che avrebbe avvantaggiato le aree più povere del Paese: contro quest'ipotesi si è sempre schierata in modo netto la Lega. E proprio su questo nei mesi scorsi, prima di arrivare all'accordo, si era accesa la discussione nel Comitato delle Regioni.

CRITERI - I criteri di suddivisione dei finanziamenti sono basati principalmente, così come quelli dell'anno scorso, sul peso della popolazione residente, anche se questo parametro è corretto con quello dell'età, per cui sono assegnate maggiori risorse laddove vi sono più anziani, quindi al Nord. Peraltro, proprio in questi giorni, nell'ambito della riprogrammazione di una quota delle risorse europee 2007-2013, la Campania potrà usufruire di ulteriori 179 milioni per il completamento dell'ospedale del mare di Napoli. In ogni caso l'essere riusciti a sbloccare questi finanziamenti consentirà, in particolare alle Regioni meridionali, di cominciare a pagare i fornitori e, più in generale, i mille creditori della sanità che bussano alle porte e che finora sono rimasti a bocca asciutta. Ciò ha provoca a catena una grave crisi nel vasto e articolato indotto del settore. Basti pensare che occorrono in media 1.656 giorni, pari a quattro anni e mezzo, per farsi pagare una fattura dalla Asl 1 di Napoli centro. E non è che le cose vadano meglio per coloro che sono fornitori della Asl università federiciana del capoluogo partenopeo: devono attendere 1.495 giorni, pari a poco più di quattro anni. Se si scorre l'elenco delle prime dieci aziende sanitarie ritardatarie nei pagamenti ai fornitori di apparecchiature mediche, redatto quest'anno, emerge che sono tutte aziende sanitarie locali meridionali. Con quelle campane in testa quanto a ritardi.

RIENTRO DEL DEFICIT - In Campania la sanità vale in termini economici circa l'80% del bilancio regionale: la Regione ha raggiunto buoni risultati per ciò che riguarda il piano di rientro dal deficit, finora pagato dai cittadini con un aumento dell'imposizione fiscale, in particolare per quanto attiene all'abbassamento dei costi per la farmaceutica. E qualche interessante passo in avanti si sta cominciando a fare sul terreno dei viaggi della speranza, cioè dei cittadini campani che vanno fuori regione per curarsi, con una riduzione di circa il 10%.



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