Non sarà infatti più discussa in pubblico la tesi di laurea per i corsi triennali.
Per conseguire il titolo di “dottore” basterà una prova finale che consisterà, ascelta dello studente, in un test scritto a risposte aperte o in un elaborato lungo al massimo 30 cartelle (o in entrambe le cose, se così deciderà il Consiglio di corso di laurea) che sarà valutato da una commissione.
Una svolta epocale deliberata dal Senato accademico dell’ateneo del capoluogo dell’Isola: la riforma scatterà dalla sessione estiva del prossimo anno di studi (2013-2014). La prova si svolgerà almeno trenta giorni prima della data d’inizio della sessione di laurea, nell’ambito della quale ci sarà la sola proclamazione dei laureati. Anche gli studenti che hanno già fatto richiesta di assegnazione della tesi potranno, nei limiti imposti dalla delibera del Consiglio di corso di studio, esercitare l’opzione di partecipazione alla prova scritta o di assegnazione dell’elaborato breve.
«Non abbiamo abolito le tesi di laurea - tiene a precisare il rettore dell’ateneo palermitano, Roberto Lagalla - ma abbiamo provveduto alla trasformazione in coerenza con il profilo formativo delle lauree di primo livello e in linea con la necessità di documentare alla fine di questo primo percorso accademico il livello delle competenze acquisite. In questo modo si accorciano i tempi e si dà meno carico allo studente che, però, deve dimostrare alla commissione, con abilità, la sua maturità acquisita nel corso del suo piano di studio».
La tesi con esame pubblico finale resta invece obbligatoria al termine delle lauree magistrali (biennali) e di quelle a ciclo unico (Architettura, Chimica e tecnologie farmaceutiche, Conservazione e restauro dei beni culturali, Giurisprudenza, Farmacia, Ingegneria edile/Architettura, Medicina e Chirurgia, Odontoiatria, Scienze della formazione primaria).
Novità anche per il calcolo del voto finale per le lauree sia triennali sia magistrali. La votazione
iniziale derivante dalla carriera dello studente sarà determinata calcolando la media ponderata dei voti conseguiti negli esami, attribuendo un diverso peso agli insegnamenti. Nel calcolo della votazione iniziale può essere aggiunto un punteggio massimo di 3 punti in funzione del numero delle lodi conseguite dallo studente e nella misura di 0,5 punti per ciascuna lode.
La commissione disporrà di un ulteriore punto da assegnare al laureando che abbia maturato esperienze all’estero nell’ambito dei programmi comunitari (Erasmus, Socrates) o nella veste di visiting student, a condizione che lo studente abbia conseguito nell’ambito dei suddetti programmi almeno 15 crediti formativi o abbia conseguito attestati o diplomi di frequenza in istituzioni straniere riconosciute dalla facoltà. La commissione disporrà, infine, di due ulteriori punti da assegnare al laureando che abbia completato i suoi studi nella durata legale del corso di laurea. In tutto, un massimo di 7 punti per le triennali e di 11 per le magistrali.
«Con questa delibera - ha spiegato il prorettore vicario Vito Ferro - il Senato ha inteso ristabilire
la differenza, prevista dalle norme vigenti, esistente tra la prova finale, cui corrisponde un’attribuzione da 3 a 6 crediti formativi, e la tesi di laurea magistrale che deve avere il requisito di originalità e ha un’attribuzione in crediti che può raggiungere anche i 40 crediti formativi. L’ateneo si doterà anche di un software anti-plagio per la verifica dell’originalità della laurea magistrale».