Si tratta di una protesta inevitabile dopo l’emendamento approvato ierii, in contrasto anche con il Governo che aveva opposto un suo no tecnico per l’incostituzionalità sostanziale di norme che modificano irritualmente il Codice penale, le regole sulla stampa e non garantiscono equilibrio tra diritti costituzionalmente protetti: quello all’informazione indipendente e libera dovuta ai cittadini e la tutela della dignità delle persone. Con il carcere possibile solo per tutti i giornalisti italiani, alimentando differenze e disparità di attenzione, si crea un mostro giuridico che non risolve alcun problema di interesse pubblico. Di contro si realizza, con un atto di ingiustizia palese, una minaccia e una grave intimidazione che mortificano il giornalismo investigativo tutto, limitandone possibilità di ricerca e proposta di verità.
Per queste ragioni, per richiedere al Parlamento, in adesione piena ai principi costituzionali di convivenza, di bloccare questo disegno di legge insensata e brutale e perché sia riformata la legislazione sulla libertà dei cittadini e dei giornalisti, introducendo la rettifica documentata, vincolante e riparatrice, e il Giurì per la lealtà dell’informazione, i giornalisti sono chiamati allo sciopero nella giornata di lunedì 26.