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20/11/2012 09:38:13

Scrive Valerio Vartolo, un appello pro Renzi in vista delle primarie del 25 Novembre

Vorrei spiegare il perché e vorrei, soprattutto, che anche qui a Marsala, si puntasse, con decisione, sul giovane sindaco di Firenze, e non soltanto perché avere come candidato Premier del Centrosinistra un trentasettenne sarebbe già una rivoluzione in un Paese malato di gerontocrazia, ad ogni livello. I motivi per cui scelgo Renzi sono altri e diversi. Sentirete i dirigenti del Partito Democratico sostenere che con Bersani e loro (per inteso, i vari Papania e Gucciardi, ovviamente, sostengono Bersani) lo svecchiamento è in atto. Falso. I giovani scelti dal leader, nazionale o provinciale, collocati nei posti di comando non rappresentano affatto il nuovo ma ricalcano una vecchia tradizione italiana, non soltanto politica. Sono i giovani scelti dagli “anziani”, che continuano ad eseguire gli ordini di questi ultimi: non vogliono il cambiamento, ma sono le maschere di un potere che si perpetua. I “giovani” scelti da Bersani e da tutti i “capobastone” locali che a Bersani fanno riferimento (si, perché da D’Alema a Fassino, dalla Bindi a Penati sono tutti schierati con Bersani) ripropongono, uguali, le stesse ricette dei loro padri. Nelle democrazie occidentali, invece, i giovani, politicamente, sconfiggono i padri: ha fatto così Blair, ha fatto così Clinton, ha fatto così Obama. Non sono stati scelti dai precedenti leader, ma li hanno combattuti e vinti. Quello che è in atto nel Pd, nazionale e marsalese, assomiglia più a quello che avviene nel resto del Paese: i soliti leader selezionano la classe dirigente a loro più funzionale. Dunque: votare Renzi significa, anche a Marsala, fare piazza pulita di una classe dirigente locale che ha fallito. Secondo punto: Renzi è di destra, dicono. L’affermazione è falsa ed è doverosa una premessa: con quale coraggio i dirigenti del Pd locale e di quello nazionale possono ripetere una simile fandonia? A livello nazionale il gruppo che sostiene Bersani (lo stesso che dal 93 controlla la sinistra) ha taciuto sul conflitto di interessi, resuscitato Silvio Berlusconi in più di una occasione, flirtato con lo stesso Berlusconi ai tempi della Bicamerale. A Marsala, poi, stenderei un velo pietoso: i dirigenti locali del Pd hanno candidato, quale sindaco, una donna, Giulia Adamo, che viene da Forza Italia e che ha condotto, negli anni, dure battaglie contro la sinistra. Dunque, sul punto, i dirigenti locali del Pd farebbero bene a tacere. Renzi, di contro, chiede i voti anche dei delusi e di coloro che non votano a sinistra: questa è la prassi di ogni leader democratico (anche Obama si è rivolto a tutti gli elettori, non soltanto ai Democratici), conquistare i voti degli avversari e non accordarsi con i dirigenti avversari. Nel merito, chiunque abbia ascoltato Renzi lo ha sentito parlare di temi di cui, da anni, nessuno parla: scuola, insegnanti, Europa, merito. Dire che la scuola, dalla materna alla superiore, abbia bisogno di una profonda ristrutturazione, investendo sul merito, sulla lotta alla dispersione scolastica, sul ruolo degli insegnanti è forse di destra? E non è forse vero sostenere che anche i sindacati hanno delle pesanti responsabilità, ad esempio, nel disastro del reclutamento degli insegnanti (i precari)? Sostenere che, per lungo tempo, la sinistra (anche sindacale) ha ignorato il dramma della precarietà del lavoro difendendo soltanto (e male) chi già aveva una occupazione non è forse una amara verità? Non è forse vero che troppo spesso la sinistra ha ignorato che il merito è l’unico mezzo per garantire l’ascensore sociale? D’altronde, Renzi propone un meccanismo di stato sociale simile a quello scandinavo ed elaborato da un giuslavorista di valore come Ichino. Discutere di green economy, sostenibilità ambientale o di una finanza diversa è di destra? E non è stato forse il gruppo dirigente attuale di sinistra ad aver subito delle pesanti compromissioni con banchieri e finanzieri e cooperative rosse? Cosa non gli si perdona, allora? Credo che non gli si perdoni il fatto di essere il primo leader post-ideologico, non proveniente dalla (pur nobile) storia del comunismo italiano. Non gli si perdona il suo comportamento: il non aver chiesto il permesso di candidarsi. Non gli si perdona, inoltre, il suo essere “popolare”: non è come gli altri leader, professorali, sempre propensi a guardare tutti gli altri dall’alto verso il basso. Poi, non gli si perdona il suo essere un bravo comunicatore: e dunque è il nuovo Berlusconi. Come se Berlusconi è stato il flagello che è stato perché era un comunicatore e non perché comunicava messaggi aberranti! In tal senso, allora, anche Obama dovrebbe essere avversato, in quanto è uno dei più grandi comunicatori sulla scena. Renzi ha portato un entusiasmo che da anni non si vedeva, a sinistra, e vuole ridare un senso al Pd, nato come prosecuzione dell’Ulivo e non del Pci. Sono questi i motivi che mi spingono a votare Renzi. L’essere giovani o nuovi alle dinamiche della politica non sempre, ovvio, è sintomo di qualità ma penso che il merito di ciò che Renzi propone possa essere una buona strada da perseguire. Non che Bersani non sia persona perbene e degna di diventare Premier, ma il sistema che lo sostiene, a livello periferico, è malato. E lo stesso vale per Vendola, che, zavorrato da un partito, il suo, (eccezion fatta per alcune figure, tra cui Zedda o il sindaco di Petrosino Giacalone), divenuto dimora di alcuni dinosauri della politica (da sempre avversi all’idea stessa di centrosinistra), farebbe bene a proporsi quale uomo del centrosinistra. Penso, infine, che ognuno di noi, se ha a cuore il destino del proprio Paese e se crede che la sinistra sia la soluzione, debba, anzitutto, contribuire al cambiamento di questa sinistra mortificata, a Roma come a Marsala, da una classe dirigente culturalmente inadeguata e vergognosa nei metodi di selezione del suo personale politico.
Valerio Vartolo
 



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