Quantcast
×
 
 
14/11/2012 05:05:02

Abusi sulla figlia, marsalese a giudizio. Estorsione ai dipendenti, condannato il titolare di un bar di Trapani

L'indagine è stata avviata a seguito di alcuni disegni a sfondo erotico fatti dalla piccola che hanno subito insospettito la madre, separatasi dal marito nel 2008, dopo cinque anni di matrimonio.   La donna, assistita dall'avvocato Edoardo Alagna, si è rivolta agli assistenti sociali, che, dopo aver ascoltato la bimba, hanno denunciato l'uomo in Procura. D.P.S. è difeso dall'avvocato Stefano Pellegrino. 


TRAPANI.  Antonino Jorge Carpentieri, 56 anni, gestore di un bar, è stato condannato, dal giudice per le udienze preliminari di Trapani Massimo Corleo, a due anni ed otto mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di trecentoventi euro per estorsione. Avrebbe costretto i propri dipendenti ad accettare salari inferiori di quelli indicati in busta paga ed a svolgere più ore lavorative di quelle previste.  Il procedimento scaturiva da un accertamento eseguito dal personale dell'Ispettorato del Lavoro di Trapani nel corso del quale erano emerse una serie di irregolarità. Gli investig

atori hanno accertato che i banconisti, assunti a tempo parziale, sarebbero stati costretti dal gestore del bar a lavorare a tempo pieno senza fruire del relativo contratto e compensi, né ferie né annessi contributi. Carpentieri avrebbe inoltre corrisposto ai dipendenti salari nettamente inferiori a quelli indicati nelle buste paga. Una lavoratrice sarebbe stata costretta anche a firmare una lettera di dimissioni in bianco. 

VALDERICE. Giuseppe Candela, 43 anni, di Valderice, è stato condannato a tre anni per lesioni personali, minacce e porto illegale di arma. Aggredì con una spranga di ferro un uomo per futili motivi.  La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari di Trapani Lucia Fontana. La vicenda era accaduta il 20 Giugno del 2011 a Valderice.  Avvedendosi dell'arrivo dell'auto dei coniugi Giovanni Mazzarella e Lidia Fonte, Giuseppe Candela era sceso dalla sua vettura dirigendosi con fare deciso verso la coppia. Dopo avere tirato con forza l'uomo fuori dall'abitacolo, l'aveva ripetutamente colpito con una spranga di ferro al braccio ed alla gamba sinistri. L'aggressione sarebbe scaturita, secondo gli inquirenti, da alcuni attriti familiari intercorrenti tra i coniugi Mazzarella e la famiglia del genero di Candela. Nel corso della colluttazione, l'uomo, aveva anche minacciato la donna. Accortosi della presenza di Lida Fonte, Candela, brandendo al suo indirizzo la spranga di ferro, le aveva intimato di allontanarsi. "Vattene, vattene, se ti avvicini d'ammazzo". Mazzarella aveva riportato, a seguito dell'aggressione, delle lesioni personali inizialmente giudicate guaribili in una quarantina di giorni. I tempi di recupero si erano poi prolungati. Ancora oggi non è in grado di attendere alle ordinarie occupazioni. I due coniugi si sono costituti parte civile.