Al termine dei lavori le Regioni promotrici dell'iniziativa hanno votato un ordine del giorno che invita il Parlamento italiano a sostenere la ratifica da parte dell'Ue del protocollo offshore che impone una serie di condizioni da soddisfare prima che sia consentito l'avvio delle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi, e a promuovere con i Paesi dell'Ue e non che si affacciano su Adriatico e Ionio una cooperazione interistituzionale che porti a breve a firmare un protocollo di intesa per una regolamentazione comune delle attività estrattive e di esplorazione degli idrocarburi.
A proposito delle proposte di legge regionali per fermare le trivellazioni, ferme presso le commissioni attività Produttive di Camera e Senato, il presidente d'Alì si è detto «disponibile e con il massimo impegno a riappropriarci dell'iniziativa legislativa e condividere la battaglia delle Regioni assicurando tempi di istruttoria veloci alle proposte legislative depositate».
«Non sarà facile - ha però aggiunto il senatore d'Alì - perché la determinazione con cui questo Governo ha autorizzato la ripresa di prospezioni e trivellazioni va al di là del semplice e presunto interesse economico transitorio, sfuggendo all'interesse economico autentico di più lungo termine che è quello della conservazione del Mediterraneo»
«Speriamo - conclude il presidente d'Alì - che questa iniziativa delle regioni adriatiche, che appare concreta, possa presto estendersi agli Stati ed alle Regioni dell'intero bacino Mediterraneo e creare finalmente un vero tavolo di confronto che possa definire un codice internazionale di difesa del nostro mare secondo il quale il blocco delle trivellazioni possa avere carattere prioritario»