«Una decisione sofferta ma necessaria - ha affermato Iovino - visto la mancanza di una strategia condivisa di linea politica che ormai nei consigli comunali ha raggiunto il paradossale, mettendo in ridicolo il mio ruolo politico e con esso tutto il gruppo del PDL. È finita una stagione, e non vedo volontà di confronto tra i consiglieri del PDL; al contrario è evidente solo voglia di personalismi incomprensibili e mancanza di volontà nell’aggredire con positività le vere questioni che sta affrontando la nostra comunità».
«Ognuno di noi - continua l'ex capogruppo - si è chiuso nel proprio scontento incapace di tramutarlo in azioni politiche positive. Capace solo di sfiduciare e mettere alla berlina tutto e tutti persino i nostri assessori di riferimento».
Iovino, nonostante la critica aspra, sottolinea l’attivismo del governo della città: «Riconosciamo al nostro Sindaco, Camillo Iovino, capacità, preparazione ed ostinazione nel raggiungere i risultati, consapevoli che non dipende dalle deboli forze di comunicazione delle periferie comunali se il grande lavoro di trasformazione e cambiamento realizzato in questi anni non è riuscito a prendere il sopravvento sulle difficoltà che ogni singolo valdericino vive giornalmente».
Per Iovino i consiglieri si sono adagiati sull’iperattività del Sindaco.
Iovino ha contestualmente comunicato le dimissioni dalla seconda commissione consiliare Bilancio e programmazione: «riunioni che non approdano ad alcun risultato, un inutile sperpero di denaro» ha commentato amaramente.
A proposito della Commissione, e per ottimizzare il lavoro del personale comunale, Iovino ha proposto che le convocazioni siano comunicate per posta elettronica: «nel 2012 non ci possiamo permettere di pagare lo straordinario ai dipendenti per avere la notificato un pezzo di carta che può viaggiare sulla rete informatica in un secondo».
Infine Iovino lancia un appello politico: «Spero che le mie dimissioni servano a stimolare un dibattito che non può fermarsi solo al gruppo consiliare, che ci porti a riconsiderare le ragioni che ci hanno permesso di stare uniti. Alla luce dei recenti risultati elettorali c’è un centrodestra da ricostruire: nelle idee e negli uomini»