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05/11/2012 05:34:05

Qualche riflessione sul voto di domenica per le elezioni regionali in Sicilia. Altro che rivoluzione...

La prima: la Sicilia non è terra di rivoluzioni. Non ne abbiamo fatta una in tutta la nostra storia, noi siciliani. Tant’è che, alla fine, ha vinto Rosario Crocetta non perchè sia rivoluzionario, ma  perchè è il male minore. Non è stato scelto dai siciliani, è stato quello che ha resistito di più all'onda d'urto dell'stensionismo e del Movimento Cinque Stelle. In tempi normali - come dicevano tra l'altro i sondaggi alla vigilia - avrebbe vinto Musumeci. Il Movimento Cinque Stelle ha vinto, si,  ma ha vinto piano, pescando i voti tra i delusi della politica, non tra quelli che non vanno a votare, e che, per inciso sono ormai la maggioranza assoluta. Grillo non chiama al voto gente nuova, rimescola le carte.
La vittoria dei “grillini”, comunque, è la dimostrazione che il sistema dei partiti è finito. Hanno creato un loro regno barocco, di cafonerie e privilegi insopportabili. Non hanno voluto tagliare i costi della politica. Ci hanno pensato le persone. Io, l’elezione dei 16, mi pare, consiglieri a Cinque Stelle, la vedo innanzitutto come un gran risparmio, per le casse della Regione, dato che i deputati del movimento hanno detto già che si prenderanno 2500 euro di rimborso spese e rinunceranno a tutto il resto. Se la politica non cambia, la gente cambia la politica, almeno un po’.
E con il fatto che avanza Grillo, si restringono gli spazi per i politici “tradizionali”, quelli che ci hanno governato fino ad ora. Non hanno voluto ridurre il numero dei parlamentari regionali, da 90 a 70? Ci hanno pensato i grillini. Ognuno di loro eletto ha levato la poltrona dal culo di un candidato dei vecchi partiti.  

Durante questa campagna elettorale, con qualsiasi candidato del ceto politico parlassi, c’era un momento in cui questo mi diceva: “E’ impressionante, la gente non ne vuole sapere più di politica. Dobbiamo fare qualcosa...”. E già. Bravo scecco, pensavo io. E’ da un pezzo che noi siciliani siamo stanchi. Siccome siamo anche egoisti ed indolenti, finora ti è finita bene. E quando la gente ti dice, caro mio candidato, che è stanca della politica, non te lo dice perchè tu sei diverso, te lo dice perchè tu sei il primo della sua lista...
Tutti quelli che sono sopravvissuti allo tsunami del Cinque Stelle, oggi, hanno la faccia tosta di dirsi vincitori. Dovrebbero, sobriamente, accendere un cero, invece, come i sopravvissuti di un naufragio. A cominciare dal Pd, che ha perso un mare di voti.
Eppure, se li senti, parlano tutti di vittoria del cambiamento, del buongoverno, e via dicendo. Non capiscono che si scavano la fossa da soli. Dovrebbero essere più genuini. Gucciardi dovrebbe dire: ho vinto perchè con Papania ho fatto del mio partito, il Pd, il deserto che mi serviva. Turano dovrebbe dire: la risposta ai perchè della mia vittoria è nelle ultime mie delibere da Presidente della provincia. Altri dovrebbero dirci la verità, con il cuore in mano: è una guerra la politica, abbiamo vinto perchè abbiamo strangolato i nostri avversari, altro non potevamo fare. Li capiremmo. Abbiamo anche noi l’istinto di sopravvivenza.
Ha perso D’Alì. Ha perso Giulia Adamo. E’ inutile che dice: l’alleanza Pd - Udc da Marsala conquista la Sicilia. Balle. A Marsala c’è una trimurti che governa, Pd - Udc - Ruggirello. Senza Ruggirello e Sturiano Adamo non sarebbe Sindaco di Marsala, per intenderci.
L’angolo della satira. Se c’è qualcuno che ha vinto, però, è la sinistra: Sel, Italia dei valori, eccetera. Hanno vinto? Si. La loro strategia, che evidentemente è quella di scomparire (il suicidio assistito può essere un obiettivo politico, che vi pare....), è stata premiata dagli elettori. Loro hanno fatto di tutto per non farsi votare: hanno messo prima Fava e poi si sono accorti che aveva la residenza a Roma. Hanno diviso il sindacato, hanno messo candidati sbagliati, si sono chiusi nel recinto dell’antimafia e del giovanilismo (ma fino a quale età si è giovani, a sinistra?). Il popolo ha capito, e li ha premiati, non votandoli. Se l’obiettivo era questo, è stato un successo.
E’ bello, ora, assistere al ragionamento di chi dice, sempre a sinistra, questa classe dirigente se ne deve andare. Niente sapendo che magari chi parla è proprio la classe dirigente che deve fare le valigie. C’è sempre quella grande poesia di Stefano Benni che tutti dovrebbero imparare a memoria. E’ quella in cui Andreotti dice al Signore: “Fai scomparire tutti i malvagi del mondo”. E Dio gli risponde: “Va bene, ma l’avverto che lei è il numero sei...”.
Infine. Un’immagine. Venerdì sera, ultimo giorno di campagna elettorale,  posteggio  vicino l’ospedale per andare in centro. Chi ti incontro? Massimo Grillo. Qui devo dire una cosa: Massimo Grillo è un signore. Con tutto quello che abbiamo scritto su di lui non solo mi saluta quando mi vede (sono decine di persone che per vigliaccheria quando mi vedono non mi salutano, convinti che i nostri articoli abbiano  qualcosa di personale...), ma si ferma sempre a scambiare due chiacchiere. E ci siamo fermati anche quella volta. Tema: le elezioni. Chi vince, chi non vince, previsioni. Cose così. L’ho salutato. E poi quando ero già lontano mi sono detto: porca miseria, ho dimenticato di chiedere la cosa più importante: ma Massimo Grillo per chi vota? Quando l’ho detto in giro, tutti mi hanno risposto: come, non lo sai? Grillo vota per Turano, sono amici, e fanno comunella contro Adamo. Non lo sapevo. Ma non mi meraviglia. Anzi, mi fa anche da morale, come sugo e motto di tutta questa campagna elettorale: altro che rivoluzione. Ognuno ha il Grillo che si merita.

Giacomo Di Girolamo

 



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