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30/10/2012 10:21:59

Una lettera del garibaldino Torri Tarelli, da legge in occasione del 4 Novembre

Lettera del garibaldino Giuseppe Torri Tarelli di Onno (Como)

 

 

                                               Dalla mia camera, lì 20 giugno 1859

Caro Padre e cara Madre,

sarei morto se questo mio tentativo fosse fallito. Io sono partito per arruolarmi nel corpo dei Bersaglieri. Non state a cercarmi poiché sono risoluto a morire, a fare un suicidio piuttosto che ritornare al tetto natìo. La Patria esige sacrifici grandi da parenti e più saranno grandi i loro meriti in faccia a Dio, quanto più grandi saranno stati i loro sacrifici. Il mio, ve lo dico, è sommo poiché fui l’ultimo a dipartirmi da Voi.

Ma la catena di sviscerato amore che con voi avvinto mi teneva, fu infranta dall’amore di patria. Parto con in cuore la viva fiamma dell’amore che per voi nutro. Voi, fatevi coraggio, il dolore passa e non dura.  La mia intenzione già la conoscete; non state dunque, per carità, e per Dio ve ne scongiuro a venirmi a cercare. Io voglio rendere  quel tributo alla patria che esige da un giovane di vent’anni. Se morirò, morirò da prode, se la vita mi sarà conservata, ritornerò nel vostro grembo per abbracciarvi e per ritornare di nuovo ai miei studi, se Dio mi conserverà la vocazione. Non venite, ve ne scongiuro, a cercarmi, perché le conseguenze sarebbero troppo funeste per Voi e per me. A Dio sia reso il peso dei vostri sacrifici ed Egli lo allevierà.

Un bacio e un amplesso dal vostro figlio

                                                                       Giuseppe