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25/10/2012 02:37:31

Le elezioni in Sicilia. Per chi vota la mafia? Per chi vota l'antimafia?

Sabato Grillo a Marsala ha detto che “la mafia ascolta, per capire come comportarsi...”. Io non so se c’è la par condicio e magari lei non può rispondermi, ma mi chiedo: secondo lei questa volta la mafia per chi vota? E l’antimafia?

Giovanni

 

Gentile corrispondente,

io comincio dall’antimafia. L’ho scritto qualche giorno fa (e mi sono preso un bel po’ di insulti, ma ci sono abituato), e lo ripeto anche qui. Tutto il movimento antimafia, in Sicilia, deve essere un attimo ripensato, ricalibrato, come quando portiamo l’auto dal gommista rimettere in sesto i pneumatici. Altrimenti la macchina rischia di sbandare.

Prendiamo Libera, che, ricordiamolo, ha grandi meriti, nel nostro Paese: ha svegliato coscienze, portato all’attenzione della pubblica opinione il tema della cultura alla legalità come della lotta alla corruzione.

Il problema è che però oggi l’associazione di Don Luigi Ciotti  è diventata, almeno in Sicilia (parlo di quello che vedo e conosco)  politicamente, una stampella dei partiti di sinistra. E’ cominciato tutto con Rita Borsellino. E via via la cosa è deflagrata. Libera è diventato un partito - ombra. Non è un caso che lo slogan di Fava – Marano sia “Libera Sicilia”. Si ammicca: “Noi siamo quelli dell’antimafia, tutti gli altri sono mafiosi”. Il problema è che, oggi, tutto questo non è vero. Non bisogna per forza essere iscritti a Libera o parenti di vittime della mafia per essere antimafiosi.

E veniamo alla prima parte della sua domanda. Credo che Musumeci sia antimafioso. Che lo sia Crocetta. Che lo sia anche Miccichè, e via via tutti gli altri. Poi, certo, ognuno scivola, si distrae su qualche candidatura un po’ border line. Ci sono zone d’ombra che interessano e coinvolgono tutti.  C’è D’Alì che è coordinatore provinciale del Pdl ed è sotto processo per concorso esterno a Palermo. C’è il Pd che non ha mai chiarito fino in fondo il rapporto con l’ex Sindaco di Campobello, Caravà, e tanti altri casi più o meno notevoli.  Ma l’impianto regge: la cultura della legalità, nell’anno uno del dopo Lombardo fa parte del metodo di governo di tutti i partiti. Almeno a parole, è chiaro.  Forse è tardi, forse il ciclone Grillo li travolgerà comunque, ma, dobbiamo dirlo, qualcosa è cambiato nel panorama politico siciliano. Non ci sarà un altro Cuffaro. Non ci sarà un altro Lombardo.

L’altra volta si sono tutti arrabbiati perchè ho detto che è mi fa specie vedere coordinatori, dirigenti di Libera come di altre associazioni antiracket partecipare ad iniziative di questo o quel candidato.  Mettono un timbro su qualcosa che non è più esclusivo. L’antimafia appartiene a tutti. Se non appartiene a tutti, muore. C’è chi invece sembra essere geloso del marchio. E’ come se mettessero il copyright sull’antimafia. E infatti cercano mafia ovunque, anche quando si tratta semplicemente di cafonaggione o malcostume. Attenzione, se tutto diventa mafia, è come dire che niente è mafia.

Ma serve, oggi, alla Sicilia, questa  chiusa nel recinto politico di certa  sinistra?  Non solo è un’idea vecchia, ma ora danneggia anche il movimento antimafia.  Perché la sinistra in Sicilia non esiste più da tempo, si aggrappa all’antimafia, e se la sta trascinando nel baratro. E l’antimafia vince se perde ogni connotazione politica, finisce di essere ombrello ideologico di una parte e diventa patrimonio di tutti.

Grazie dell’attenzione, e continui a seguirci.
Giacomo Di Girolamo



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