Gli arrestati sono: Pietro e Salvatore Randazzo di Palermo, Marian Pirvan rumeno residente a Castelvetrano; Costel Gheorghe rumeno, residente a Selinunte; Vincenzo Salvo di Mazara e Antonino Messana di Mazara, Gianluca Lanza di Castelvetrano residente a Mazara; Gaetano Sossio di Mazara. I primi 5 erano già stati sottoposti (nei giorni scorsi) a fermo d'indiziato di delitto emesso dal pm, provvedimento poi convalidato dal competente gip che ha emesso per gli indagati ordinanze di custodia in carcere, a Salvatore Randazzo sono stati concessi gli arresti domiciliari. Gli otto fermati, tutti pregiudicati per reati contro il patrimonio, sono indagati in concorso dei reati di furto aggravato e interruzione di pubblico servizio.
Le indagini degli uomini della Squadra Mobile sono partite lo scorso mese di agosto, in seguito alla recrudescenza del fenomeno di cavi di rame da linee elettriche attive che aveva interessato alcune zone della Provincia.
I reiterati furti avevano compromesso il funzionamento degli impianti di distribuzione ed erogazione ed il conseguente rifornimento idrico del capoluogo e di alcuni comuni serviti dalla stessa rete idrica (non ultimo il Comune di Favignana, capoluogo delle Isole Egadi).
Gli ordini su dove andare a rubare il rame e dove andarlo a vendere correvano per telefono. La banda di ladri di rame era formata da italiani e rumeni: un paio di volte i loro autocarri carichi di metallo rubato erano stati fermati in posti di blocco, che i banditi credevano casuali. Invece i poliziotti della squadra mobile li attendevano, dando conferma alle intercettazioni in cui si comunicavano gli spostamenti.
Gli indagati di nazionalita' rumena, dopo i furti, avevano pianificato un ritorno al loro paese d'origine per evitare eventuali provvedimenti restrittivi nei loro confronti. Le indagini proseguono al fine di individuare altri complici.
Durante l'operazione sono stati sequestrati quasi 4 tonnellate di rame.
Una banda imprendibile, come hanno provato le stesse intercettazioni. Pietro Randazzo, tra gli otto arrestati oggi, autista della banda, quando fu fermato dai poliziotti della Mobile di Trapani lo scorso 1 ottobre, in occasione di un primo blitz, mentre trasportava una tonnellata e mezzo di rame, veniva ascoltato al telefono, e visto dagli stessi poliziotti che lo avevano seguito, appena fuori dagli uffici della Questura, dove era stato solo denunciato. Parlava con un altro dei capi della banda che si informava su quello che era successo e Randazzo per nulla intimorito chiedeva istruzioni per il prossimo trasporto di rame rubato che sapeva doveva presto farsi.In un altro blitz di polizia veniva fermato alla guida del camion con oltre 2 mila chili di rame rubato Salvatore Randazzo, fratello di Pietro, entrambi conosciuti come ricettatori. La banda, però, avrebbe pestato i piedi a una serie di importanti mafiosi del trapanese le cui aziende sono rimaste senza luce proprio a causa dei furti. Danni ingenti che i mafiosi stavano pensando di farsi risarcire alla loro maniera. I boss avrbbero messo sulle tracce della banda pare avessero messo i loro picciotti, ma gli agenti della Squadra Mobile diretta da Giovanni Leuci, e coordinati dal pm della Procura di Marsala, Dino Petralia, sono arrivati prima.