Indubbiamente i noti costituiscono una quota parte importante di coloro che proponendosi rinnovano la loro promesse elettorali e reiterano il loro impegno a consegnarci nel giro di cinque anni un mondo migliore. Il problema é che costoro manifestando la loro irrimediabile carenza di fantasia politica, si rifanno a quelle stesse promesse che non hanno saputo mantenere nelle scorse legislature. Questa gente con incredibile sfacciataggine si presenta per reclamare un'ulteriore delega in bianco da esercitare nel prossimo mandato pensando di potere ulteriormente affondare le mani nei nostri ormai provati fondelli. Ma come é possibile essere cosí sfrontati e arroganti al tempo stesso? Promettere di potere realizzare nel futuro quello che non si é stati capaci di fare nel passato, dopo essersi resi corresponsabili del totale sfascio istituzionale e finanziario della nostra Regione, significa considerare il popolo degli elettori alla stessa stregua di una massa di pecoroni.
Ad essere sinceri e riflettendoci, alla base di tanta sfacciataggine, una ragione c'é. Ed é una ragione molto valida che si chiama denaro.
Immaginate un dipendente pubblico, un insegnante o anche un libero professionista senza grandi pretese che dopo l'investitura a parlamentare riceve la sua prima busta paga e si rende conto che lavorando molto meno e senza specifiche responsabilità riesce a guadagnare molto ma molto di piú del precedente seppur dignitoso stipendio. In soldoni e a conti fatti questa persona ogni mese si porta via l'equivalente del salario medio annuo di un impiegato di primo pelo. E, attenzione, se gli va proprio bene e riesce a presiedere uno straccio di commissione ha anche diritto ad un extra bonus piú l'auto blu. Roba da fare impallidire il reddito mensile ad esempio di un dirigente d'azienda che é impegnato a tutto campo per almeno 10 ore al giorno e spesso si porta a casa lavoro,preoccupazioni e responsabilità.
E poi c'é la pensione, un solido bastone per la vecchiaia. Dopo una sola legislatura al nostro amico deputato tocca tanto quanto avrebbe lui stesso percepito dopo 40 anni di contributi. Ma chi rinunzierebbe senza combattere ad una simile opportunità? Chi glielo racconta a casa che é giusto che ci sia un ricambio e che perció bisogna tornare a quel dignitoso stipendio che ora appare ridicolo?No, la posta in gioco é troppo alta e troppi sono i sacrifici richiesti per rientrare nel vecchio, obsoleto ruolo di anonimo cittadino e pertanto in barba alle regole conviene continuare a lottare.
Eppure, incredibilmente, questa montagna di soldi che si rinnova ogni mese sembra non bastare. Alcuni di questi signori che ci rappresentano grazie al nostro voto, fortunatamente non tutti e almeno fino ad ora non nella nostra Regione, pensano che fare più soldi alla faccia dei contribuenti sia un gioco da ragazzi. Di verifiche tanto nemmeno l'ombra e al limite, anche se ce ne fossero, i controllori ed i controllati sembrano essere le stesse persone. Allora cominciano a rubacchiare e dopo esagerano e rubano sul serio. Non che rubare poco sia meno grave che rubare tanto ma l'ingordigia nel frattempo cresce e contagia il sistema al punto tale che qualcuno non ancora pago del benessere raggiunto la fa veramente grossa e si fa beccare innescando un effetto domino che ora fa tremare un pó tutte le amministrazioni regionali e non solo quelle. Da queste ignobili vicende emerge un dubbio legittimo che ci investe direttamente. In democrazia votare significa esercitare un diritto ma anche adempiere ad un dovere. Tuttavia mi chiedo. In simili circostanze non esiste il rischio di rendersi inconsapevoli complici di un'associazione a delinquere che si perpetua nel tempo? Alla luce di questa concreta possibilità, la tentazione di non esprimere il voto é forte ma forte é anche la consapevolezza che comunque 90 parlamentari verranno in ogni caso eletti.
Il nutrito drappello dei candidati già deputati uscenti appare delegittimato e non merita piú fiducia, hanno prodotto molti piú danni che benefici. Allora forse é veramente il momento di rinnovare la nostra classe politica rivolgemdosi ai faccioni meno noti seppur non proprio sconosciuti, a quelli che per la prima volta si candidano o che non hanno avuto modo in passato di dare il loro contributo per la causa regionale. Capire chi sono, da dove arrivano e se potranno essere in grado di rappresentarci degnamente non é certo cosa facile. Buona norma è comunque fare le pulci alla loro vita privata e professionale e poi dopo averli interrogati su quello che hanno in mente di fare, decidere se meritano una consegna seria come il voto. Questo intelligente modo di agire si chiama Endorsment ed è pratica comune nei Paesi anglosassoni. Lo spirito dell'Endorsment è quello di reclutare i migliori candidati possibili per il bene e lo sviluppo del territorio di competenza.
Naturalmente nessuno ha la sfera di cristallo per predire il futuro ma credo che sia sacrosanto prediligere il nuovo e relegare il vecchio, odioso sistema ai margini delle nostre scelte politiche.
Mi riferisco ad un sistema che é stato brodo di coltura per molti esponenti anche locali che continuano a pensare che politica sia sinonimo di potere e di questo si avvalgono per compiere epurazioni, vendette, risolvere da vincitori beghe e dissidi personali. A nulla importa se questi comportamenti penalizzano tutta la comunità.
Il rischio per noi elettori é quello di vedere le nostre Città amministrate da gente che ritiene che l'universo sia confinato all'interno delle mura domestiche e non ha idea di ció che accade fuori di esse. Individui che riescono ad esprimersi solo nella propria lingua ed in molti casi fanno fatica a raccordarsi con un mondo esterno globalizzato, dove la politica é anche competenza e spirito servizio. Gente che pensa ad esempio al porto turistico come ad una trappola messa in atto da alcuni imprenditori senza scrupoli e grida allo scandalo con inconsistenti motivazioni. Gente che non si rende conto che altrove, in Paesi forse piú civili e con amministratori piú lungimiranti, il Waterfront ha rappresentato una strepitosa opportunità di sviluppo per tutta la comunità e la Città che lo ospita, rivitalizzando non solo la costa ma anche e soprattutto il centro storico. Non so cosa ci si possa aspettare da chi pensa alla Città come una sorta di feudo personale e considera l'amministrazione come una branca della politica che non necessita di indispensabili punti di riferimento. Di certo nulla di buono. Naturalmente il nostro comune auspicio é che i nostri amministratori la pensino diversamente e dimostrino sul campo la loro abilità. Al di là dei proclami elettorali sarebbe utile conoscere le strategie che intendono mettere in pratica per valorizzare le risorse e le potenzialità di una Città per certi versi unica che ha necessità di crescere e creare opportunità per i giovani. Sarebbe interessante anche sapere quando e come arriveranno i tanto sbandierati contributi per gli agricoltori, affamati da una crisi ormai atavica. Ma questa é storia diversa rispetto alle elezioni regionali e forse merita un maggiore approfondimento ed un'attenzione speciale da parte di tutti noi.
In conclusione pur sentendo imperiosa la tentazione di non votare, dovremo con saggezza sforzarci e trasformare l'inevitabile rabbia in una crescente voglia di votare bene. Una voglia tale da soppiantare l'istintiva scelta di astenersi e che ci faccia trovare le motivazioni piú solide per la slezione del nostro candidato.
Ci sono nomi che esprimono limpida tradizione e chiara professionalità e che pertanto meritano di essere messi alla prova, l'accortezza sta nel saperli riconoscere. Meditiamo.
Nell'attesa del nuovo. Buon voto a tutti
Massimo Bellina