L'iniziativa nasce dal fatto che giacciono inutilizzati 10 miliardi di euro del programma 2007-2013, somme che dovranno essere restituite all'Europa se non saranno utilizzate entro il prossimo anno. Cio' accade, osserva l'Ance Sicilia, perche' ''se la Regione svincolasse la propria quota obbligatoria di cofinanziamento, violerebbe il Patto di stabilita'. E per il 2013 ci viene annunciata dalla Regione un'ulteriore contrazione di 1 miliardo negli investimenti in opere pubbliche''.
''E' il segno del fallimento della politica - dichiara l'Ance Sicilia nella nota al Capo dello Stato e al premier - di un'intera classe politica che ha determinato questa drammatica situazione finanziaria perche' nell'ultimo decennio, piuttosto che sostenere le attivita' produttive e lo sviluppo, ha impegnato la maggior parte del bilancio regionale per foraggiare centinaia di migliaia di soggetti improduttivi, ossia quei bacini di voti che garantiscono ogni volta la riconquista della poltrona con stipendi e privilegi da nababbi''. L'Ance Sicilia, ad esempio, si dice ''amareggiata per avere appreso - dopo avere condotto una battaglia per l'esenzione di 600 milioni di euro dal Patto di stabilita' - che la Giunta regionale, in prossimita' delle elezioni, si e' affrettata ad assegnare da quel budget le somme per gli stipendi di forestali e formatori, mentre le aziende che da anni attendono il pagamento delle fatture non sanno ancora se percepiranno qualcosa''.
Nel solo settore edile le pubbliche amministrazioni devono 1,5 miliardi di euro e in questo contesto le banche non ritengono piu' affidabile questo mercato del credito. La conseguenza e' che sono gia' fallite 475 imprese, hanno perso il lavoro 76mila operai, fra aprile e maggio di quest'anno si e' registrato il boom della cassa integrazione (+250%) con punte di +476% a Siracusa. ''Il blocco del bilancio regionale - fa ancora notare l'Ance Sicilia - sta disseminando il rischio default: meta' dei Comuni e' costretta a ridurre i servizi primari e va incontro al dissesto strutturale di gestione; si fermano i trasporti pubblici; scuola e sanita' pubbliche sono ridotte al lumicino; i servizi sociali e per gli anziani sono in abbandono. ''Tutto questo - scrive l'Ance Sicilia - mentre i politici continuano nella loro difesa corporativa di privilegi e clientele, come se non vedessero che attorno a loro la Sicilia sta crollando''.
''Serve una svolta per una gestione etica, morale e cosciente - ribadiscono i costruttori siciliani - che pero' non puo' venire da qui. Infatti, temiamo che il quadro politico che si prevede uscira' dalle elezioni del 28 ottobre sara' frammentato e non mettera' il prossimo governo nelle condizioni di assumere decisioni forti e neppure di approvare il bilancio entro aprile 2013. Scatterebbe il commissariamento, a norma di Statuto