Le avrei dovuto attribuire o negare delle competenze e capacità dialettiche o critiche, e persino particolari meriti giornalistici. Ma non lo posso fare perché è troppo poco quello che conosco e leggo di Lei, e non mi aiuterà purtroppo la conoscenza personale, che spesso basta a far cadere tante prevenzioni. Potremo sicuramente ovviare in futuro, visto che vengo spesso a Marsala. Le raccomando, nel frattempo, non solo di esaminare con più attenzione la Mostra, ma di non anticipare giudizi (questo lo dico in previsione futura) che non può essersi adeguatamente formato, visto tra l'altro che non è stato presente alle visite guidate, non mi ha intervistato né ha chiesto in giro, non partecipa agli incontri che precedono e seguono le inaugurazuioni, ecc. Se Lei insiste coi 3000 volontari (è evidente che non è andato a controllare) è perché Guerzoni o chi per lui fa testo, e Musarra no. Ergo la qualità della Mostra curata da Musarra è infima ("scarsina" l'ha chiamata? ma forse voleva intendere la quantità, non la qualità: ma perché non dirlo?), tant'è vero che non tiene conto delle dicerie di Guerzoni. Bene, perché non dire pure questo? Il pubblico competente, perlomeno, si sarebbe fatta un'idea più o meno precisa delle Sue competenze. Ora, lei mi contesta il carattere, diciamo così, "fruibile" della Mostra. Appunto. E' stata pensata in
quell'ottica, divulgativa per il grande pubblico, didattica per gli studenti, di approfondimento scientifico per gli studiosi. Una quadratura del cerchio quasi impossibile, ma che mi dicono sia in parte riuscita. Né poteva essere altrimenti, data la grande perizia del grafico, che è un autentico professore di liceo. Perciò abbiamo fatto 15 pannelli fotografici anziché 30 (gli studenti e la gente comune sarebbero riusciti a reggerne di più?), perciò i documenti estrapolati dall'archivio storico comunale (con un morboso interesse per le spese di Garibaldi), perciò i cimeli (il Messale e la foto di Garibaldi non sono forse i due principali cimeli della venuta di Garibaldi, voleva anche il pitale? Ho il sospetto poi, che Lei non sa mai andato a visitare il Museo Garibaldino, lì vicino, che già ospita fucili e
camicie rosse), perciò le didascalie interpretative (sa Lei che sull'interpretazione di Aspromonte si sono sprecati fiumi d'inchiostro, e ancora oggi si parla di un "mistero" che non c'è?), perciò l'esposizione appena accennata - ma sufficiente a dare concretezza al testo - di documenti inediti, molti dei quali un tempo avrebbero assicurato la carriera di un qualsiasi professore universitario. Certo, anche a me sarebbe piaciuto mettere in Mostra quei documenti in originale: ma probabilmente, non essendo al di dentro di queste cose (ma presumendo di saperla lunga assai), Lei non ha idea di quanto sia difficile il farlo, per burocrazia, spese, invidie e gelosie di mestiere (non si sorprende dall'avere io messo a repentaglio le mie fonti?) E poi, dico, queste Mostre di originali inediti, di straordinaria qualità storiografica, ecc., dove le ha mai viste negli ultimi anni? Lei crede che il Comune di Castelvetrano si sia fatto tante remore nel pubblicizzare sul "Giornale di Sicilia" un convegno di là da venire dove esporrà tre (dicono "tre") documenti inediti sul passaggio di Garibaldi per quel paese nel 1862? Eppure ha ottenuto anch'esso il riconoscimento europeo ecc. (ma questo porta soldi? al momento non mi risulta). E' a ciò che io mi riferivo quando parlavo di autolesionismo (e se, alla fine, Lei l'ha compreso, potrebbe anche darsi da fare per rimediare: racconti ad esempio di Marco Zizzo, forse ferito ad Aspromonte; o delle due garibaldine "vestite da uomo"; o del povero Barraco, eroe renitente e pluridecorato; o di Damiani e D'Anna, l'Intendente e il Tesoriere, e dei loro rapporti coi Florio; e dell'odissea dei prigionieri nelle fortezze sabaude; o della "compagnia dei marsalesi": materiale ce n'è a bizzeffe, e non solo sui "veri motivi" della venuta di Garibaldi). Ho notato che, anziché mettervi insieme, voi marsalesi, ciascuno per le proprie capacità e competenze, a valorizzare l'inestimabile patrimonio culturale che possedete e che giace per la gran parte ignorato (le ricerche nel vostro Achivio Storico Comunale datano da poco più di un biennio), date spettacolo di supponenza, di ridicole contese, e talvolta di ingratitudine. Io però, e lo ripeto, non mi risento: la Mostra, d'altronde, sarà accompagnata da conferenze nelle scuole e in altre località che ovvieranno, lo spero, alle eventuali incomprensioni; è Marsala, e i suoi cittadini in genere, che ci perderanno, inutilmente e spregiudicatamente bistrattati in quel che hanno di più invidiato, la loro storia.
Natale Musarra
Caro Musarra,
ha fatto bene a dichiarare che non é risentito. Dalla lettura della sua lettera non sembrerebbe.
Lei svia il discorso. Riportiamolo alle origini. Lei é il curatore della mostra "Garibaldi fu ferito..." Io sono un giornalista, sono andato a visitare la Mostra, e l'ho criticata. Lei ha letto la mia critica e ha postato un commento, partendo dal presupposto che ci siano attorno alla Mostra "diatribe intestine, al limite dell'autolesionismo". Ha continuato invitandomi a una visita guidata "per scoprire, probabilmente, i veri motivi per cui Garibaldi tornò in Sicilia nel 1862, conoscere quanti, chi furono e che ruolo ebbero i marsalesi arruolati nella spedizione"... Nella mia lettera di risposta, ho confermato il giudizio sulla Mostra che avevo dato nell'articolo. Lei mi ha risposto con una lettera pervenuta il 4 ottobre. Quello che mi ha di nuovo scritto non mi convince.
1. Lei avrebbe preferito che io avessi giudicato la sua Mostra scarsina per la quantità del materiale, non per la qualità. Non ci siamo, Professore. La serie numerosa di riproduzioni di foto in piccolo formato fanno quantità , ma non qualità. Come ho detto nell'articolo, si salvano le bacheche con i fogli a stampa e le pagine manoscritte.
2. I 15 tabelloni esplicativi riempiono lo spazio più degli oggetti mostrati, ma non saranno letti che in minima parte. Chi si reca a una mostra per leggere fino a stancarsi? Non lo faranno certo gli studenti; non lo farà il pubblico, che per lo più é di media cultura; non lo faranno gli specialisti, che preferirebbero avere il libretto esplicativo della mostra da leggere comodamente a casa. Se avesse messo trenta pannelli esplicativi, come ha pensato in un primo tempo, avrebbe fatto una cosa abnorme. Avrebbe mostrato più ampiamente quanto ne sa di quella spedizione, ma anche la sua incapacità di curare convenientemente una mostra. Si va a una mostra per vedere, più che per leggere. Più semplici sono le didascalie, e più piacevole é visitarla. I suoi tabelloni stancano. Se lei pensa di portare là le scolaresche, e tenerle ferme davanti ai tabelloni, mentre lei glieli legge, li disamorerà.
3. Gliel'ho già scritto che per me va bene che a Catania furono registrati 5.000 volontari. Ma in Calabria ne sbarcarono 3.000, e quando il Condottiero prese la via dell'Aspromonte si ridussero a 2.000. Il giorno prima della battaglia, il 28 agosto, ne furono contati 1.500. Se Lei ha scoperto numeri diversi, mi scriva su che cosa si sia documentato. Non mi dica di venire alla mostra per leggere i tabelloni o per avere da Lei le spiegazioni verbali. Io vado alle mostre per vedere le mostre.
Giuseppe Guerzoni non é stato un comune ricercatore. Tutti coloro che si sono occupati di lui esprimono " un giudizio positivo sulle [ sue] opere a carattere storiografico e soprattutto sulla attenta e documentata biografia di Garibaldi che egli pubblicò in due volumi a Firenze nel 1882."( Treccani.it, Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. 60, 2003)
4. E' vero, non l'ho intervistata, non sono stato presente alle visite guidate, non ho partecipato agli incontri che precedono o seguono le inaugurazioni. Per uno che vuole visitare una mostra é necessario fare questi giri?
5. La nostra contesa riguarda, per me, solo il valore della Mostra da Lei curata. Non ho dato alcun giudizio sul suo valore di professore e di storico.
La saluto cordialmente.
Leonardo Agate